sabato 5 maggio 2012

LE CONTRADDIZIONI DI UNA REGIONE A 'KM. ZERO' (di Elena Taglieri)

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Era il 28 gennaio 2011 quando la Giunta della Regione Lazio ha approvato la proposta di legge regionale “Norme per promuovere il consumo di prodotti a chilometro zero”, tanto da essere decantata per voce della stessa Presidente Renata Polverini il 5 febbraio 2011 al Circo Massimo, in occasione dell'iniziativa 'Mercato di campagna Amica', presenti tra l'altro l'Assessore alle Politiche Agricole Angela Birindelli ed il Presidente della Coldiretti-Lazio, Massimo Gargano.

La nostra Governatrice ha tenuto a precisare con vanto che questa “legge per i prodotti a km. zero, insieme a quella sulla Tracciabilità dei prodotti e del Made in Lazio sicuramente metterà sul mercato prodotti genuini e tradizioni espressive del nostro territorio”, sottolineando la propria missione politica di rinnovamento del settore, secondo quanto da ella dichiarato: Come istituzione regionale ho il dovere di sostenere, promuovere ed incentivare questo settore, peraltro richiamando alla certezza che “infatti questa legge riporta l'agricoltura e il Lazio al centro dell'economia del nostro Paese.

Altro progetto, in via sperimentale,che avrebbe visto luce a partire da questo 2012, è quello di servire piatti tipici romani nelle mense scolastiche della Capitale, e con la novità, secondo quanto affermato dall'Assessore alla scuola Gianluigi De Palo, che “alcuni prodotti Igp saranno requisiti obbligatori per il bando delle mense scolastiche”.

Così, sempre nel 2011, nell' ultimo mese dell'anno, all' Istituto Tecnico Agrario 'Garibaldi' di Roma, studenti, docenti e genitori hanno assaggiato piatti a base di abbacchio offerti da Coldiretti-Roma, proprio nell'ottica di salvaguardare la filiera agroalimentare del territorio regionale.

Per chi non lo sapesse, il termine 'Igp' sta per Identificazione geografica protetta, termine che certifica e tutela la provenienza, la lavorazione e la produzione alimentare, come dire che quel determinato prodotto deve essere originario solo e soltanto di un particolare e determinato distretto territoriale, ed ivi elaborato.

Nella nostra Regione, le filiere ortofrutticola, casearia, bovina, ovina, suina ed avicola, nonchè delle eccellenze enogastronomiche tipiche, si condensano prevalentemente nel quadrante compreso tra l'Agro Romano e l'Agro Pontino, di cui i Castelli Romani possono ben rappresentarne il 'cuore'.

Le produzioni vitivinicole ed olearie si sono guadagnate da tempo il marchio D.O.C. e D.O.P , arrivando in ultimo a conseguire l'ulteriore D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), come nel caso del “Frascati”.

Aumentano ogni anno premiazioni e riconoscimenti nelle edizioni di “Vinitaly”, con conseguente incremento delle esportazioni internazionali (non a caso Barack Obama predilige e preferisce i vini di Aprilia e di Nettuno). E di questa ampia zona laziale sono le colture vegetali per i principi attivi destinati al mercato sanitario erboristico, fitoterapico e farmaceutico.

Eppure assistiamo ad una posizione miope di certe dirigenze politiche che risulta incompatibile con la promozione ambientale che vanno tanto sbandierando: i progetti industriali energetici e di trattamento dei rifiuti, come nel caso della Turbogas di Aprilia (ahimè già in collaudo), dell' Inceneritore di Colleferro e di quello che vorrebbero costruire ad Albano, causerebbero nel nostro territorio la sommatoria degli effetti nocivi di questi impianti, considerando appunto che il raggio di azione di inceneritori e turbogas si estende per un 'area di 70 km di diametro (vedi grafico). Senza considerare quanto proposto dal Governo Monti in tema di politiche ambientali, per il quale si darebbe opportunità anche ai cementifici, tra l'altro abbondanti in tutta la regione, di poter bruciare rifiuti anche per soddisfare soluzioni di politiche energetiche.

E sempre per chi non lo sapesse, la Giunta Polverini ha ultimamente deciso di chiudere lo Sportello Agricolo di Zona dei Castelli Romani. A nulla sono valse le due lettere inviate, nello specifico quella del 17 ottobre 2011 all'Assessore Regionale all'Agricoltura Angela Birindelli e quella ultima del 1° marzo 2012 alla stessa Polverini, nelle quali i Sindaci di 12 comuni Castellani (Frascati, Albano, Ariccia, Castelgandolfo, Ciampino, Colonna, Grottaferrata, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora) hanno firmato e richiesto chiedere un incontro urgente con le autorità regionali per evitare questa chiusura e proporre alternative.

Ma intanto la Regione Lazio vorrebbe continuare a farsi bella con il suo portale 'Made in Lazio', incentivare il biologico nelle mense, ma allo stesso tempo scegliere siti per discariche alternative a Malagrotta in zone di eccellenza agroalimentare, offrendo un piano rifiuti stridente con la politica agricola dei ' Km.zero'.

Che forse di zero avrebbe solo la distanza dagli inquinanti.

                                                                                                      (elena.taglieri@gmail.com)

(Articolo pubblicato su "ECO16-Castelli Romani" del 5 maggio 2012)