lunedì 21 gennaio 2013

IN ATTESA DI AUTORIZZAZIONE UNICA POTREBBE SORGERE UNA CENTRALE ELETTRICA ALIMENTATA A BIOMASSA NEL CUORE COMMERCIALE DEL TERRITORIO ARICCINO SULLA NETTUNENSE (EX - PORK'S HOUSE) di Elena Taglieri

(la 'fitta vegetazione che nasconderebbe i camini...)
 Non c'è pace tra gli ulivi recita un vecchio detto popolare. Dopo l'autorizzazione concessa dalla Provincia di Roma (Determina Dirigenziale n.3698 del 4 giugno 2012) alla soc. Power Oil di Albano di costruire una centrale elettrica alimentata ad olio vegetale e diesel in via di Cancelliera 14/B, si affaccia in zona un altro impianto che smaltirà la F.O.R.S.U.( Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) in un fabbricato in disuso già esistente (quello della UNICOOP Tirreno SC) a pochissimi metri da un grande noto supermercato e da numerosi altri esercizi merceologici di vendita al pubblico, proprio nel 'cuore' del Centro Commerciale 'Pork's House' sulla via Nettunense, frequentato ogni giorno e ad ogni ora da tante persone che trovano concentrate in questo quadrante tutte le opportunità di acquisto alimentare e non solo.
Il soggetto proponente l'impianto è la Biovis S.r.l., che a nome del proprio legale rappresentante sig. Tonino Sette, ha presentato in data 17 dicembre 2012 l'istanza di verifica di assoggettamento a V.I.A (Valutazione di Impatto Ambientale) al Dipartimento Ambiente e territorio della Regione Lazio. A tale istanza è stata allegato il documento di Sintesi dello studio preliminare ambientale' , depositato a firma dello studio di Architettura Buzi e Associati, firmato il 18 dicembre 2012 ed inoltrato in copia anche al Comune di Ariccia ed alla Provincia di Roma. Sappiamo tutti che la V.I.A.si rende necessaria per verificare la compatibilità di un progetto che, come questo, è finalizzata all'individuazione e quantificazione degli effetti che un'opera simile potrebbe avere sull'ambiente, soprattutto in modo preventivo, poiché la migliore strategia (e buonsenso civico) consiste nell'evitare fin dall'inizio l'inquinamento ed altre conseguenze, anziché combatterne successivamente gli effetti deleteri.
Già, perchè come si legge nel progetto della Biovis, “all’interno di questo impianto saranno due le attività di recupero e smaltimento rifiuti:la lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di energia da biogas ottenuto durante la fermentazione e trasformato in energia attraverso un cogeneratore (elettricità e calore)” e la “lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di compost ottenuto mediante triturazione e fermentazione”.

( via delle Grotte: in lontananza si vedono gli edifici della zona Centro Commerciale Pork's House)
Peccato però che nel documento si parli di alcuni elementi poco rassicuranti, come ad esempio di “percolato anaerobico/aerobico” che se “in eccesso subisce un processo di depurazione adeguato (osmosi inversa) e poi immesso nel circuito fognario, che a sua volta termina in un depuratore a fanghi attivi, prima di immettersi nel collettore pubblico”.
Da non sottovalutare neppure la presenza di “canne fumarie dei cogeneratori, della fiaccola d’emergenza del biogas (che permette di garantire la combustione del biogas eccedente impedendone l’accumulo in maniera eccessiva) e del biofiltro”.
Il motivo di questo progetto, come si legge nella Sintesi dello studio preliminare ambientale dell'Arch. Buzi, è che “nell’area a sud di Roma ed, in particolare, nell’area dei Colli Albani e dei Castelli Romani, si è avviato un circuito virtuoso nello sviluppo della raccolta differenziata. Molti comuni la attuano con successo ed altri la stanno avviando (Ardea, Ariccia, Ciampino, Genzano di Roma, Pomezia, Albano Laziale) “, e che risulterebbe innovativo dal momento che “Non vi sono progetti simili nell’ ambito comunale dell’area dei Castelli Romani; risulta altresì in corso di progettazione ed autorizzazione l’impianto della Volsca Ambiente e Servizi S.p.a., per “impianto per digestione anaerobica dei rifiuti frazione organica da raccolta differenziata in loc. Lazzaria” , nel comune di Velletri (RM)”.

Insomma una audace panacea in quanto “tutto ciò consentirà, entro breve tempo, di poter disporre nella zona dei Colli Albani di una quantità di FORSU sufficiente a fornire combustibile e giustificativa per la costruzione di un impianto di valorizzazione. Nel tempo l’aumento della FORSU prodotta dalla raccolta differenziata renderà necessaria ed economicamente autosufficiente, la realizzazione di nuovi impianti di trattamento” per una “maggiore tutela ambientale determinata: dalla notevole riduzione dei quantitativi di rifiuti da avviare in discarica; dal recupero di materia dai rifiuti; dalla produzione di energia da fonti rinnovabili.”.
Ma leggendo attentamente si tratta di un impianto che comunque dichiara la sussistenza di alcuni fattori ambientali di rischio (“Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h.”) e che prevede comunque degli inquinanti .”quindi i fumi prodotti rispettano le prescrizioni di cui alla parte III dell’All. 1 D.Lgs. 152/06 e comunque dovranno effettuare il controllo annuale previsto per le emissioni. Tali impianti devono comunque rispettare i valori limite di emissione previsti dal Dlgs 152/2006 espressi come concentrazioni massime ammissibili per ciascun inquinante presente nei fumi di combustione, a seconda del tipo di motore e combustibile impiegato.
L’inquinante previsto è il biogas (CH4 55%)”. E così vengono minuziosamente elencate le emissioni in atmosfera dell'impianto nel suo ciclo produttivo: emissioni provenienti da biofiltro, dalla centrale di cogenerazione attraverso il camino di emissione del gruppo di cogenerazione; emissioni da sfiati di sicurezza delle valvole di sovrappressione dei digestori; emissioni da traffico logistico nell’area esterna dovute a emissioni da tubi di scarico dei mezzi di conferimento dei materiali funzionali all’impianto di trattamento. In ultimo, la fonte di inquinamento che potrebbe derivare dai liquidi prodotti dai processi. ma anche da rumore ambientale (Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori ).


(il sito della Unicoop Tirreno visto dal parcheggio dell'ipermercato INGRANDE )
Insomma, una centrale che lavora 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, il cui impatto riguarda la S.S. 207 – Via Nettunense, e la strada locale di accesso al complesso immobiliare ( Via delle Grotte) , ma la cui attività “non può avere effetti sulla salute pubblica” anche se nel documento di Sintesi viene sottolineato che “i tipi di inquinamenti possibili potrebbero derivare dalle emissioni in atmosfera”.
Dopo questo inatteso 'regalo' post-natalizio alle nostre spalle, l'unica cosa che ci resta da fare è iniziare a monitorare costantemente l'eventuale autorizzazione provinciale che verrà rilasciata in modo da poterci attivare per un serio ricorso legale contro l'ennesima imposizione alla cittadinanza di 'bruciatori legalizzati' che stanno ormai imperversando e spuntando come funghi.


(questo articolo è stato pubblicato su  
 http://ecodiariccia.blogspot.it/2013/01/una-nuova-centrale-elettrica-nel-cuore.html

e sul numero di Marzo 2013 del mensile "Il Segno di Rocca di Papa" scaricabile dal sito:  http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it/ )

venerdì 18 gennaio 2013

RONCIGLIANO COME L' 'AREA 51' ? AUTORIZZATO IL POTENZIAMENTO DELLA CENTRALE ELETTRICA ALIMENTATA CON BIOGAS: ECCO PERCHE' LA DISCARICA NON POTREBBE MAI CHIUDERE di Elena Taglieri

(clicca sull'immagine per ingrandire)

 Per Manlio Cerroni è una vera e propria manna dal cielo il recentissimo Decreto Sottile (successivo a quello del Ministro Clini) che nella scelta dei siti provinciali laziali da destinare allo sversamento di parte dei rifiuti di Roma prevede oltre a Colfelice, Viterbo e Castelforte anche Albano Laziale.
Un piatto così ghiotto da essere stato molto probabilmente auspicato già il 20 febbraio 2009, data in cui la società Marcopolo Engineeering S.p.A.(gruppo Marcopolo Environmental) a nome del proprio Amministratore unico sig. Antonio Bertolotto, ha presentato alla Provincia di Roma domanda di autorizzazione per la modifica sostanziale dell'impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alimentato con biogas prodotto dalla discarica del comune di Albano Laziale in località Cecchina, come si evince nella Determina Dirigenziale n.888 del 10/2/2010 (nella quale, tra l'altro, il nome della località, per un inaccettabile refuso mai corretto è stato storpiato...).
Un' opera di potenziamento per un impianto “già presente presso la discarica e composto da due gruppi elettrogeni di potenza elettrica pari a 1,72 Mwe, autorizzati dalla Provincia di Roma con Determinazione Dirigenziale n.250 del 21/09/2004”, e strettamente correlata e conseguente al Decreto n.45 del 26 maggio 2003 della Regione Lazio- Assessorato all'Ambiente intitolato “Autorizzazione all'esercizio relativo al secondo lotto del VI invaso della discarica di prima categoria sita in Albano Laziale, loc. Cecchina”.
In pratica, nel progetto della Marcopolo Engineering S.p.A (società con sede legale vicino Cuneo ma che nel territorio di Albano risponde sia al civico 182 di via di Roncigliano che al km.24,640 di via Ardeatina, lo stesso della Pontina Ambiente di Manlio Cerroni) veniva chiesto “l'aumento di potenza elettrica dell'impianto stesso da 1,72 Mwe a 2,13 Mwe attraverso l'installazione di due gruppi elettrogeni distinti ed indipendenti, da 1065 Kwe ciascuno, denominati 'Albano 1' e 'Albano 2'”.
Dopo una prima conferenza dei servizi del 9 marzo 2009 (presenti la Marcopolo Engineering S.p.A,, la Regione Lazio-Dipartimento Territorio Direzione Regionale Energia e Rifiuti-Area produzione Energia e sistemi di Rete, l' Agenzia delle Dogane-UTF di Roma, il Comune di Albano Laziale - Settore Urbanistico e Tutela Ambiente, la Provincia di Roma-Dipartrimento IV Serv.1- Gestione Rifiuti, i Vigili del Fuoco Polo prevenzione di Marino), e dopo quella definitiva tenutasi in data 8 aprile 2009 sempre presso la sede dell’Amministrazione Provinciale di Roma in Via Tiburtina, 691 a Roma, “i nulla osta pervenuti ed i pareri espressi in Conferenza”sono risultati “acquisiti al fine del rilascio dell’autorizzazione alla costruzione dell’opera in oggetto“. E soprattutto con pareri favorevoli del Comune di Albano Laziale tramite il Settore IV Tecnico Urbanistica-Edilizia e del Settore III – Servizio III Smaltimento Rifiuti, Igiene Ambientale e lotta al randagismo, quando all'epoca si era ancora sotto la Giunta del l'ex sindaco Mattei.
Una autorizzazione, dunque, che la Provincia di Roma ha concesso tenendo conto anche del famoso 'Decreto n.143 del 27 dicembre 2007 del Commissario delegato per l'emergenza ambientale nel territorio della Regione Lazio” e che sembra, quest'ultimo, essere sempre attuale dal momento che in ben 6 anni nulla si è fatto per risolvere la questione dei rifiuti capitolini, essendo ormai trascorsi già abbondantemente i 4 di Giunta Alemanno, e tanto meno quelli regionali (tra Giunta Marrazzo e Giunta Polverini), privilegiando discariche esistenti ed ipotizzandone nuove accanto a progetti di inceneritori a go-go, senza invece arrivare ad una raccolta differenziata mirata al riciclo ed al riuso.
Ed ecco allora arrivare a Roncigliano, bella, pronta e scodellata, la nuova 'pappa' per la centrale elettrica alimentata a biogas di discarica, un impianto tutt'altro che innocuo dal momento che “la quantità di biogas che non può essere utilizzata dal motore sarà inviata ad una torcia di emergenza ad accensione automatica, per essere bruciata come previsto dall' all.1 del dlgs.36703” come pure inviata “in camera di combustione ad una temperatura superiore a 850°”.
E sulle emissioni in atmosfera dei fumi del suddetto impianto, come d'altronde si legge in qualsiasi Determinazione dirigenziale che tratti le cosiddette 'fonti rinnovabili' (?!), alla Marcopolo Engineeering S.p.A.(convenzionata con Pontina Ambiente) viene richiesto il “rispetto dei limiti di emissione indicati per gli inquinanti“ e l' assunzione di ”piena responsabilità per quanto riguarda i diritti dei terzi o gli eventuali danni comunque causati dalla costruzione delle opere in questione, sollevando questa Amministrazione da qualsiasi pretesa o molestia da parte di terzi che si ritenessero danneggiati”.
Così nella Determinazione Provinciale è chiaramente esplicitata la finalità primaria di questa centrale, cioè quella di trasformare il biogas di discarica captato in energia elettrica che “...verrà consegnata alla rete elettrica nazionale tramite una cabina di interfaccia in MT con il gestore locale, posizionata sul confine della discarica...”, in quanto “.l’energia elettrica prodotta deve essere trasformata in MT per essere ceduta all’ente distributore..”, per cui si comprende la necessaria esistenza di un contratto–accordo ufficiale e formale tra proprietario della discarica (Pontina Ambiente di Manlio Cerroni in sinergia con Marcopolo Engeneering S.p.a.) ed il GSE, il Gestore dei Servizi Energetici nazionale. Ma non è dato saperlo, anche per l'inerzia espressa dall'attuale Giunta Marini a voler conoscere nero su bianco un analogo atto intercorrente tra Manlio Cerroni ed il GSE riguardo alla costruzione dell'inceneritore (pardòn, termovalorizzatore, pardòn, gassificatore...) che Pontina Ambiente (o Colari o C.O.E.Ma, tanto è sempre Cerroni..) vuole far sorgere dentro la discarica. Ma se nella 'Dichiarazione Ambientale' del 2011 Pontina Ambiente sottolinea che e che “i biofiltri garantiscono un'elevata efficienza di rimozione degli odori >99%”, allora non si capisce il perchè delle esalazioni maleodoranti provenienti dalla discarica, causa di numerosi malori presso la popolazione intorno residente e non solo. O forse si presume dal momento che “le emissioni in atmosfera prodotte dalla discarica derivano principalmente dall'impianto di valorizzazione energetica del biogas “.
Marcopolo Engineering, dopo la variazione sociale di Marcopolo Utilities divenuta nel 2008 Colombo Ambiente S.p.A, è colei che direttamente gestisce l'attività di gestione di captazione e valorizzazione energetica del biogas” e che“comunica mensilmente a Pontina Ambiente i report della gestione del sistema” specialmente per ciò che concerne le polveri sottili, SOx e Nox, di un “complesso impiantistico che utilizza acqua di falda emunta attraverso un pozzo presente in sito”.
Un obbligo così tanto decantato che però non trova altrettanta dovizia ma risoluto diniego ed opposizione da parte di Cerroni alla richiesta del Comune di Albano, dietro istanza del Coordinamento No- Inc, di effettuare caratterizzazione geologica ed idrogeologica all'interno della discarica: semmai solo all'esterno, limitando un effettivo potere del Comune di Albano che non contesta questo divieto ma che accetta supinamente il diktat di di Pontina Ambiente, pur potendosi avvalere degli effetti dell'art.250 del Decreto Matteoli (Testo Unico Ambientale).
(Clicca sull'immagine per ingrandire)

Insomma, la discarica di Roncigliano come l' “Area 51”, il famoso ed inaccessibile sito militare americano del Nevada, circondato da elevati livelli di segretezza a cui viene associata una presunta attività sperimentale di origine extraterrestre....Tanto, come viene descritto nella 'Dichiarazione Ambientale' di Pontina Ambiente del 2011, e con le stesse parole riportate in quella del 2004 (!)“gli insediamenti umani nella zona immediatamente esterna all'area in esame sono scarsi: la più vicina costruzione si trova a circa 300 m. La presenza umana è solo saltuaria e attinente all'esercizio delle attività agricole (!). La destinazione dell'area è industriale (…). Non risultano presenti in zona elementi di particolare rilievo storico o paesaggistico, né sussistono vincoli paesaggistici, archeologici, demaniali o idrogeologici”.
E per finire, una piccola curiosità, tanto per ritornare al Decreto Sottile ed ai siti scelti (non tanto a caso) per conferire la spazzatura romana: Manlio Cerroni risulta essere Consigliere di Amministratore della R.E.C.L.A.S (Recupero Ecologico Lazio sud) con sede a Colfelice, ed anche consigliere di amministrazione dell' E.A.L.L. (Energia Ambiente Litorale Sud) insieme a Dante Marrocco (sindaco di Colfelice).
Marcopolo Engineering s.p.a., invece, gestisce centrali elettriche a biogas in alcune discariche della provincia di Viterbo e di Latina.                        

                                                                  (elena.taglieri@gmail.com)

(Articolo pubblicato sul n.34 di ECO16  Castelli Romani  del 19 gennaio 2013, scaricabile dal sito:
http://ecodiariccia.blogspot.it/2013/01/eco-16-n-34-del-19-gennaio-2012.html)
     
 
                                                                                                    

giovedì 17 gennaio 2013

DELTA PETROLI SPA RICHIEDE RETTIFICA E REPLICA ALL'ARTICOLO PUBBLICATO SUL N. 33 DI 'ECO16' CIRCA LE CENTRALI ELETTRICHE AD OLIO VEGETALE APPROVATE DENTRO GLI OSPEDALI 'I.D.I'. E S.CARLO DI NANCY (di Elena Taglieri)

(clicca sulla foto per ingrandirla)
 Il 10 gennaio 2012 è pervenuta al Direttore di  'ECO16'  una richiesta da parte di DELTA PETROLI S.P.A.(tramite proprio Ufficio Legale) di 'chiarimento e rettifica' riguardo il mio articolo pubblicato sul medesimo mensile e relativo blog:


(clicca sulla foto per ingrandire)
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Il giorno prima (9 gennaio 2013), invece, era apparso un commento poco elegante sul blog di ECO16, firmato da 'Anonimo', a cui ho prontamente risposto:

(clicca sulla foto per ingrandire)
Così, la richiesta di rettifica, per correttezza e trasparenza, è stata pubblicata sia sul blog di ECO16 in data 14 gennaio (http://ecodiariccia.blogspot.it/2013/01/da-delta-petroli-spa-riceviamo-e.html), sia nel successivo numero
 La risposta del Direttore Giuseppe Gambacorta ha giustamente rispecchiato il senso di quello che vuole essere l'informazione: capillare, attuale, obbiettiva. Le sue parole:
"Come è nostro costume pubblichiamo questa rettifica. Ritenevamo nostro dovere mettere a conoscenza dei nostri lettori della notizia in questione così come accettiamo tutte le opinioni che contribuiscono ad un confronto civile sulle problematiche ambientali ed energetiche."

Quale sarebbe, dunque, lo sbaglio fuorviante da parte mia? Quello di aver definito 'ecomostri' due centrali elettriche alimentate ad olio vegetale e metano dentro due ospedali e a pochi metri dalle abitazioni civili? Beh, a leggere bene, si capisce a chiare lettere che i due impianti di cui sopra non sono certo dei narghilè a vapor d' acqua di rose...

(clicca sulla foto per ingrandire)
Una cosa è certa : chi ha li ha autorizzati (in questo caso la Provincia, il Comune, la Regione) ha delle responsabilità morali e giuridiche nei confronti della cittadinanza, diverse da chi li ha proposti. Certi progetti possono essere azzardati ed entusiasti come i capricci dei bambini, ma sta sempre ai saggi genitori capire se soddisfare i desideri dei loro figli contribuisce veramente per il loro bene.


(clicca sulla foto per ingrandire)
 In ogni modo vale la pena documentarsi scientificamente sulla natura e conseguenze di composti della combustione.
Ne riporto una breve relazione a cura del Chimico prof. Aldo Garofolo.
Buona lettura 

                                                                                            (elena.taglieri@gmail.com)
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Oli usati – combustione ed emissioni
                                                (a cura del prof. Aldo Garofolo- Chimico)

Residui carboniosi
Questi comprendono una sterminata serie di composti dei quali i principali sono:
idrocarburi incombusti
-idrocarburi policiclici aromatici - benzopirene
-benzene
aldeidi alifatiche e aromatiche

Gli oli  vegetali usati e non, a causa della loro elevata viscosità e densità e quindi all’incompleta combustione rispetto al gasolio, producono emissioni con maggiori residui carboniosi totali. Lo scostamento medio rispetto ai valori del gasolio è pari al +17,6%.

Ossido di carbonio
Tutti gli esperimenti hanno evidenziato come la quantità di ossido di carbonio sia maggiore rispetto alla media emessa dal gasolio usato come confronto. L’incremento medio è pari al +93,71%, dovuto all’incompleta combustione dell’olio a causa dell’elevata densità e della scarsa nebulizzazione.

NOossidi di azoto
Per questi due ossidi azotati i dati dei ricercatori sono contrastanti e vanno da un calo del 26% a un aumento del 17%.

Polveri
Nella combustione dell’olio usato, senza preriscaldamento, le polveri emesse sono significativamente maggiori se confrontate con quelle prodotte dal gasolio.

Emissioni non regolamentate
Sono quelle per le quali non esistono limiti di legge vincolanti: è il caso di alcuni idrocarburi policiclici cancerogeni come il benzopirene o aldeidi altrettanto cancerogene come la formaldeide.
Alcuni autori (Krahl e altri) riportano aumenti medi del benzopirene del 150% e della formaldeide del 288% rispetto al gasolio.


Emissioni prodotte dalla combustione degli oli usati in motori diesel.

Una grande importanza nel campo delle energie rinnovabili, soprattutto per quel che riguarda i combustibili, è riservata agli oli di scarto.
Nei casi che si prenderanno in esame, si sono alimentati dei motori con olio di girasole usato per la frittura, olio derivante dalla plastica e un non specificato olio vegetale di scarto (in questo caso l’olio è stato utilizzato tal quale e modificato).
Gli oli di frittura sono usati principalmente nel campo alimentare e nella produzione del sapone. In alcuni ristoranti, gli oli fritti passano una prima volta attraverso un riciclatore e sono successivamente riutilizzati, dopo di che vengono mandati ai laboratori per la produzione del sapone; in alcune città, l’uso di questi oli come fonte di nutrimento per gli animali è illegale, ed è anche questo il motivo del surplus di questa “fonte di energia”.
Le proprietà dell’olio, quali viscosità, densità e punto di infiammabilità sono sostanzialmente ed evidentemente diverse rispetto a quelle del combustibile fossile.

Confronti: oli vegetali esausti contro gasolio

RESIDUI CARBONIOSI
Questo valore è correlato ai depositi carboniosi nella camera di combustione e nel sistema di iniezione, e si è notato essere considerevolmente maggiore per gli oli vegetali rispetto a quello rilevato nell’utilizzo del diesel nel motore. I residui derivano da una combustione incompleta dell’olio, e si depositano, nella camera di combustione, nei cilindri, nei pistoni e nelle valvole. Studi recenti dimostrano come le emissioni di NOx incrementano all’aumentare dello sporco nel motore, e questo dovuto alla bassa conducibilità termica dei depositi, che producono alte temperature all’interno dei cilindri, le quali aumentano le emissioni degli ossidi di azoto. È stato inoltre dimostrato come eccessivi valori di questi depositi possano portare alla diminuzione delle performance e addirittura alla rottura del motore.

Si prende ora in esame il capitolo emissioni, confrontando i valori di CO, NOx e polveri valutati negli esperimenti presi in considerazione.
Tutti i parametri sono espressi in funzione della potenza del motore, e ad esse si farà riferimento per le variazioni riscontrate di caso in caso.

CO ossido di carbonio
L’ossido di carbonio aumenta all’aumentare del carico. Quando si alimenta il motore con olio di girasole usato, questo tipo di emissioni risulta massimo quando l’olio non è riscaldato prima di essere iniettato (alla massima potenza si ha un massimo pari a 0,7), mentre diminuisce man mano che la temperatura incrementa (0,58 per una temperatura di 75 °C e 0,48 per 135 °C). Il diesel invece ha i valori minori (0,21 al massimo carico).
In linea con i risultati appena ottenuti, anche per Basinger et al. le emissioni di CO per il diesel sono minime. Per l’olio non modificato esse invece sono massime (l’incremento medio è pari al 102,7%) e sono intermedie per l’olio preriscaldato (+ 47,32%).
Tutti gli esperimenti hanno evidenziato come la quantità di ossido di carbonio sia maggiore rispetto alla media emessa dal gasolio usato come confronto. L’incremento medio è pari al 93,71%, dovuto all’incompleta combustione dell’olio a causa dell’elevata densità e della scarsa nebulizzazione: si nota infatti come preriscaldando l’olio le emissioni diminuiscano, proprio perché densità ed atomizzazione si avvicinano ai valori del gasolio.


NOx ossidi di azoto
Per Basinger et al. gli ossidi di azoto emessi quando si alimenta il motore con l’olio sono risultate essere minori a tutti i regimi di utilizzo rispetto al gasolio, e la differenza tra l’olio preriscaldato e non è ininfluente (≈1%). Solo Mani et al. hanno evidenziato un incremento di queste emissioni (pari al 17,07%). Il decremento medio comunque è pari al 26,6%.

HC idrocarburi incombusti
Anche gli HC si formano per combustione incompleta: è per questo motivo che gli oli, salvo alcuni casi, ne producono un maggior quantitativo rispetto al gasolio, a causa della loro maggior viscosità e densità.
Mani et al. hanno riscontrato un incremento della quantità di HC per l’olio in media del 3%.
L’incremento di idrocarburi incombusti, per Basinger et al., è più significativo, sia per l’olio utilizzato tal quale che per quello modificato (rispettivamente +21,7% e +28%).
Lo scostamento medio rispetto ai valori del gasolio è pari al +17,6%.

POLVERI
Si è valutato che per l’olio di girasole usato, senza preriscaldamento, le polveri emesse sono significativamente maggiori se confrontate con quelle prodotte dal diesel.

Quadro riassuntivo
Fig.1 – Rappresentazione delle differenze rilevate per gli oli grezzi in ogni caratteristica considerata.
Variazioni % rispetto al gasolio – scala da -20% a +100% - in blu oli grezzi, in rosso oli di scarto.

                                                        CO  CO2    NOx  HC polveri
Dal punto di vista prestazionale gli oli grezzi sono praticamente assimilabili al gasolio, in quanto le differenze non sono così marcate.
Come si nota però essi pagano in termini di emissioni, che risultano sostanzialmente maggiori per alcuni parametri.
A questo riguardo si ricorda ancora una volta come la mancanza di dati renda impossibile delineare un andamento per le emissioni non regolamentate, che invece sarebbe interessante approfondire vista la nocività di alcune di esse.

Emissioni non regolamentate
A causa della scarsità di informazioni disponibili, si è scelto come riferimento il lavoro sviluppato da Krahl et al., nel quale sono stati sintetizzati i risultati pubblicati da diversi autori di misure di emissioni di combustibili vegetali.
Nella Tabella sono elencate le emissioni percentuali di un veicolo alimentato con olio di colza rapportate alle emissioni quando si alimenta lo stesso veicolo con il gasolio (100%).

Idrocarburi policiclici e aldeidi
FTP-75 Federal Test Procedure
ECE-15 European Commission for Europe

%
%
Benzo(a)pirene (BaP)
+141
+169
Pirene
260
302
Fluorantene
212
308
IPA
189
271
Formaldeide
286
289
Acetaldeide
402
293
Propenale (Acroleina)
825
575
Aldeidi
382
336


BIBLIOGRAFIA

M. Basinger, T. Reding, C. Williams, K.S. Lackner, V. Modi, “Compression ignition engine modifications for straight plant oil fueling in remote contexts: Modification design and short-run testing”, 2010.
M. Mani, C. Subash, G. Nagarajan, “Performance, emission and combustion characteristics of a DI diesel engine using waste plastic oil”, 2009.
S.S. Sidibé, J. Blin, G. Vaitilingom, Y. Azoumah, “Use of crude filtered vegetable oil as a fuel in diesel engines state of the art: Literature review”, 2010.
M. Pugazhvadivu, K. Jeyachandran, “Investigations on the performance and exhaust emissions of a diesel engine using preheated waste frying oil as fuel”, 2005.


In data 18 dicembre 2008 il Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto col Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha adottato il Decreto “Incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ai sensi dell’articolo 2, comma 150, della legge 24 dicembre 2007, n. 244” (di seguito DM 18 dicembre 2008) che dà attuazione ai meccanismi di incentivazione già introdotti dalla 72
Legge 24 dicembre 2007 n. 244 (Legge Finanziaria 2008) e dalla Legge 29 novembre 2007, n. 222 (Collegato alla Finanziaria 2008).

Gli oli usati sono soggetti ad incentivazione da parte dello Stato attraverso i certificati verdi (con coefficiente moltiplicativo di 1,8) o la tariffa omnicomprensiva (28 €cent/kWh).


(Sintesi tratta dalla tesi di laurea:
Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Tecnica e Gestione dei Sistemi Industriali - Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Meccanica

Prestazioni ed emissioni dei motori diesel alimentati con oli grezzi. 
Relatore: Ch.mo Prof. Alarico Macor
Laureando: Andrea Zaccaria
Anno Accademico 2010/2011

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