mercoledì 19 marzo 2014

IL DANNO E LA BEFFA: DUE CITTADINI CITATI IN GIUDIZIO DAL PROPRIO CONDOMINIO PER LA LORO PROTESTA CONTRO L'ANTENNA SELVAGGIA DI PAVONA. E LE AMMINISTRAZIONI STANNO A GUARDARE (di Elena Taglieri)


(Il lenzuolo sulla palazzina di via del Mare 3 con lo slogan)
L’11 marzo 2014 rischia di rimanere una data ‘storica’ a testimonianza della consueta inerzia burocratica delle Istituzioni Amministrative, anche in fatto di politica, quando in campagna elettorale tanto promettono e tanto poi dimenticano di mantenere nella quotidianità del loro mandato, in un palleggio di responsabilità e di delega a terzi.
Il danno e la beffa sono giunti proprio in questo giorno a carico di Ennio Moriggi e Vito Diotallevi, due cittadini residenti nella porzione di Pavona facente parte del comune di Albano Laziale, che da anni, insieme a molti altri, si sono e si stanno battendo contro l’antenna di telefonia radiomobile WIND-Ericsson installata abusivamente e senza alcuna autorizzazione a via del Mare 20, in prossimità dell’incrocio con la via Nettunense, proprio di fronte al loro civico, ma nella porzione di Pavona appartenente al comune di Castel Gandolfo, in un quadrante densamente abitato nel quale insistono scuole, negozi, supermercati, la Biblioteca Comunale ed il Centro Anziani, oltre naturalmente alle tante abitazioni. Per questo giorno, appunto, sono stati convocati presso la Camera per la Media Conciliazione dell’Ordine Forense di Velletri, sita in Genzano, a seguito di una citazione in giudizio da una parte del proprio condominio per violazione del ‘decoro’ urbano.
Ai suddetti cittadini è stato più volte richiesto con secca formalità dall’amministratore dello stesso, dietro insistente e ripetuta pressione di certi condòmini, di rimuovere un pezzo di stoffa bianca appesa ai loro balconi, recante lo slogan “NO ANTENNE-DIFENDIAMO LA SALUTE”. Le diffide condominiali erano giunte già nel mese di novembre 2011, proprio quando in a Pavona si era saputo che l’antenna telefonica installata in tutta fretta era già pienamente funzionante. In quel periodo si sono susseguite assemblee cittadine ed ognuno a modo suo ha manifestato una civile opposizione, come del resto rimane pacifica la protesta del pezzo di stoffa bianco sui balconi di Moriggi e Diotallevi (in una palazzina che rimane comunque distante dalla via del Mare) messo lì a ricordare e sensibilizzare tutti quelli che si sono arresi nella attesa, seppur speranzosi, che qualcuno delle due Amministrazioni Comunali (Albano Laziale e Castel Gandolfo) in questi anni risolvesse magicamente un problema ormai cronico. Tutto ciò nonostante le ‘rassicurazioni’ fatte all’epoca dai consiglieri di turno e dai sindaci, che intanto nel frattempo sono cambiati, nonostante un pendente ricorso al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) che però ancora tarda ad ottenere una fattiva sentenza a riguardo.
Il problema dell’elettrosmog legato all’antenna di via del Mare 20 si inserisce tristemente in una realtà di nocività ambientale nella quale si trova tutta Pavona e non solo: da anni incombe lo spettro minaccioso della costruzione dell’Inceneritore di Roncigliano (a pochi kilometri da Pavona), dove esiste già una discarica nauseabonda e contaminata, a causa della quale tantissimi cittadini sono dovuti ricorrere al Pronto Soccorso perfino nei giorni recenti e nei mesi trascorsi. Per non contare tutti gli altri effetti dovuti alla discarica per chi abita non solo attorno ad essa ma addirittura nel raggio di 5 km: aumento di tumori al seno, ai polmoni, al sistema linfatico, gastrointestinale, urinario, malattie cardiovascolari e del sangue, leucemie,, con picchi di di mortalità e di patologia che vanno dal +40% al +76% rispetto alla media, secondo i dati forniti dallo studio statistico ERAS, in collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio del Servizio Sanitario Nazionale. Nel motivo della controversia presentata dall’amministratore Raffaella Galbo riguardo il pezzo di stoffa bianca contro l’antenna di telefonia si legge che “tale affissione, trattandosi di balconate prospicienti la facciata dello stabile condominiale sono assolutamente lesive del decoro architettonico dell’intero edificio condominiale e determinano un conseguente pregiudizio economico a danno di tutti i condomini che, a causa della costante presenza di suddetti lenzuoli, hanno patito e subiscono ancora un notevole deprezzamento del valore commerciale delle proprie abitazioni”. Dunque, in questo triste scenario di emergenza ambientale ci sono persone che, come alcuni condòmini di via del Mare 3, anziché lottare concretamente per risolvere questi i problemi ed esigere tutela reale dei propri diritti alla salute ed in generale scelgono, invece, di citare in giudizio i propri condòmini Ennio Moriggi e Vito Diotallevi, smaccatamente per fini utilitaristici, evidentemente nella prospettiva di vendere casa e ’scappare’, ‘nascondendo’ all’ignaro acquirente ‘forestiero’ le criticità del territorio, quasi in questo modo a ‘rifilargli il pacco’. 
 Ma in questa società ipertestuale, nella quale tutti sono informati di tutto, sono ormai pochi quelli rimasti all’oscuro di dette problematicità ambientali, perché Pavona è salita alla cronaca, oltre ai motivi legati all’inceneritore, alla discarica ed arsenico nell’acqua, anche per essere la località dei Castelli con la più alta incidenza tumorale per inquinamento veicolare, dovuto pure alla presenza di un passaggio a livello in pieno centro abitato (motivo per cui si è costituito anni fa il Comitato 'Sottoterra il treno') e per la vicinanza a numerose industrie insalubri, in ultimo anche il polo di rottamazione e smaltimento di car-fluff dell’Italferro, oltre alla recente questione-rifiuti legata alla Falcognana ed alla centrale elettrica ad oli vegetali di via Cancelliera. 
(Il lenzuolo di protesta del Comitato 'Sottoterra il treno' a Pavona)

Una duplice questione dei soliti profitti, quella appunto del privato Gestore di telefonia e di alcuni privati cittadini che si scagliano contro chi in realtà difende i diritti di tutti, loro compresi, e che ha semplicemente del grottesco se consideriamo che a monte della mobilitazione di Moriggi e Diotallevi c’è una storia che parte da molto lontano, esattamente dal 14 giugno 2005 quando i sindaci di Castel Gandolfo ed Albano erano rispettivamente Maurizio Colacchi e Marco Mattei (tra l’altro ex-Assessore all’Ambiente della Regione Lazio in Giunta Polverini).
Fu allora che un folto gruppo di firmatari indirizzò ad essi una lettera nella quale veniva segnalata con preoccupato allarme la richiesta avanzata da un privato di installare un’antenna di telefonia radiomobile sul terrazzo della propria abitazione in via del Mare 20. L’allora probabile Gestore telefonico rimaneva ancora misterioso, dapprima individuato in TELECOM, poi successivamente identificato in VODAFONE. Ed a questa società l’allora sindaco di Castel Gandolfo aveva prontamente “espresso parere contrario al rilascio ed al permesso a costruire” poiché “ il progetto in esame risulta essere in contrasto con il piano di localizzazione e il regolamento per l’installazione di impianti per antenne, approvato con atto del Consiglio Comunale n.104 del 18.09.2002, ai sensi della Legge 22 febbraio 2001 n.36”. E con un’istanza del 22. 06.2005 (prot. 9448) lo stesso Colacchi aveva ringraziato i firmatari della segnalazione (Comitato di Quartiere ‘Pavona Uno’, Pro Loco Pavona di Castel Gandolfo, Parrocchia s. Eugenio, Parrocchia s. Giuseppe, Palestra Comunale Dante Alighieri, Scuola Materna Pio XII, Centro Anziani Pavona di Albano Laziale, Centro anziani Pavona di Castelgandolfo, ecc.), confermando loro di aver comunicato alla compagnia telefonica il proprio deciso diniego a costruire e addirittura invitando la popolazione ad un incontro con l’Amministrazione Comunale per il 30/06/ 2005.
Eppure qualche mese dopo, lo stesso comune di Castel Gandolfo (come riportato sul quotidiano ‘La Repubblica’ del 23.08.2005) si era occupato di una questione analoga: quella di un’ antenna radiobase da posizionare nel proprio cimitero, per la quale era stata rilasciata “un’autorizzazione provvisoria di un anno per poter valutare l’effettivo impatto ambientale”. E lo stesso Maurizio Colacchi aveva ammesso che “la soluzione progettuale benchè approvata dalla Sovraintendenza, non era completamente convincente sotto il profilo dell’inserimento nel sito ma conforme al Regolamento comunale, in base al quale i siti approvati devono trovarsi fuori da zone densamente abitate e in aree pubbliche, per evitare speculazioni da parte dei privati: le richieste riguardanti immobili del centro sono state infatti respinte”. Motivo? Colacchi chiosa affermando che “ l’unica possibilità per le Amministrazioni che vogliono affrontare seriamente e responsabilmente i problemi è regolamentare la dislocazione delle antenne secondo criteri mirati a ridurre le emissioni elettromagnetiche”. Nonostante ciò, l’antenna di via del Mare 20 della WIND-ERICSSON è stata installata in barba a chiunque, rivestita da canna fumaria, tanto per confondere l’attenzione di chi la vede sovrastante una palazzina in cui su strada si affaccia un’attività commerciale di panetteria e affini, ben funzionante da quasi tre anni.
(L'antenna di via del Mare 20 che 'sembra' una canna fumaria)
Era il 30 gennaio 2011 quando il commento del consigliere comunale di Albano Laziale Domenico Di Tuccio fu di comunicare che “a seguito di numerose segnalazioni di cittadini ci siamo immediatamente mossi, in sintonia con il comune di Castel Gandolfo, dove l’antenna è stata posizionata in disaccordo con la sospensiva del T.A.R. ed il piano antenne dell’Amministrazione. Non permetteremo che sia la salute dei cittadini a risentirne. A questa dichiarazione fece eco quella dell’assessore all’Ambiente Claudio Fiorani, sempre di Albano: “Siamo già in contatto con il comune di Castel Gandolfo e abbiamo dato il nostro appoggio a questa battaglia. Si tratta di un’ulteriore conferma di come la cooperazione tra amministrazioni è necessaria e proficua per il bene dei cittadini”.
Ma pare che i tempi giudiziari e politici nella loro lentezza burocratica siano sempre biblici, così intanto, anche se il ricorso al T.A.R. è stato appoggiato ‘ad adiuvandum’ anche dal comune di Albano Laziale, il 3 gennaio 2012 è stato inaugurato in pompa magna il Parco Giochi di via Roma (vicino a Biblioteca, Centro Anziani ed al condominio di Ennio Moriggi e Vito Diotallevi) presente anche l’On. Nicola Zingaretti, e con l’antenna telefonica attiva a pieno regime. Sono trascorsi due anni da quella inaugurazione e nel frattempo la Giunta di Castel Gandolfo è cambiata, essendo Milvia Monachesi diventata sindaco nel maggio dello stesso anno, precedentemente consigliere ed assessore già dal 2002 nello stesso Comune.

(l'inaugurazione del Parco Giochi di via Roma a Pavona)
Non c’è dunque da meravigliarsi se fino ad ora nessuna Istituzione si sia mossa: non lo ha fatto per esempio il comune di Ardea nei confronti dei propri cittadini di Villaggio Ardeatino, vittime delle esalazioni mefitiche della dirimpettaia discarica di Roncigliano, appartenente al comune di Albano Laziale. Non lo ha fatto, per lo stesso motivo, lo stesso Comune di Albano, nonostante il ‘Coordinamento NO-INC’ chieda da mesi, anzi da anni, la caratterizzazione interna ed esterna della discarica, visti gli sforamenti superiori ai limiti di legge di sostanze come piombo, manganese (+2), fluoruro (+6), ferro (+10), bromuro (+8), benzene (+3), tribromometano (+6) e naturalmente il fetore. Magari una discarica è più ’tangibile’ perché puzza e la gente accusa i malori nell’immediato, almeno per quanto riguarda gli aspetti odorigeni, mentre per quelli di carattere patologico le ‘sorprese’ arrivano a medio termine; al contrario, le onde elettromagnetiche non sono percepibili dai nostri cinque sensi (per un credente sarebbe come negare l’esistenza di Dio solo perché non ci appare).
(il lenzuolo a via Ardeatina di fronte la discarica di Roncigliano)
Se il problema di Moriggi e Diotallevi è solo quello di aver appeso un lenzuolo ai loro balconi (che rimangono comunque proprietà privata) vale la pena ricordare ad alcuni signori condòmini di via del Mare 3 e alla loro amministratrice che a Guidonia e Fonte Nuova nella scorsa primavera, lungo la via Palombarese c’è stato il famoso ‘Bucato del dissenso’: lenzuola bianche appese ai balconi, con su la scritta “NO BIOMASSE”, contro la costruzione di due centrali elettriche ad olio vegetale, poi sventata, grazie alla mobilitazione cittadina. E a tutt’oggi quella popolazione continua a manifestare il proprio dissenso con lenzuoli affissi, per protesta contro l’impianto di TMB (Trattamento Meccanico Biologico) annesso alla discarica dell’Inviolata.
In tema di inquinamento elettromagnetico sono di pochi giorni fa le vittorie riportate in alcuni quartieri della Capitale: in zona Ottavia e Lucchina è già pronta una ‘class-action’ contro la fungaia di antenne sparse selvaggiamente, che continuano a spuntare dalla notte al giorno a ritmo cadenzato e ravvicinato. In zona AXA-Casalpalocco, contro l’antenna gigantesca prevista sul ‘Drive-In’, che ha portato una compatta unione tra residenti e consiglieri di ogni appartenenza politica, questi ultimi pronti ad un incontro urgente con la Regione Lazio e addirittura per un’interpellanza parlamentare che modifichi la ‘Legge Gasparri’, quella che ha favorito la liberalizzazione delle frequenze e la corsa sfrenata delle compagnie telefoniche a piazzare le rappresentanze del loro potere economico, neanche fossero bandiere di astronauti di un allunaggio. La compatezza di lotta cittadina s'è vista anche in zona Cinecittà-Est, dove qualche giorno fa, dopo due anni, i residenti hanno vinto il ricorso al Tar contro l’antenna WIND di via Francesco Gentile 135, abusiva anche questa, con una sentenza straordinaria di ventidue pagine che ne annulla il titolo autorizzativo. Una vicenda questa che risale al 17 dicembre 2011, quando anche in questo caso l’antenna fu innalzata velocemente dalla notte alla mattina, come nella vicenda di Pavona.
(Particolare del Parco Giochi di Pavona)

Ennio Moriggi e Vito Diotallevi, abbandonati a se stessi, sono l’esempio classico del tanto parlare e del poco fare delle istituzioni politiche, ma innanzitutto amministrative. E suonano del tutto retoriche le affermazioni dell’assessore all’Ambiente Claudio Fiorani rilasciate in un’intervista al ‘Corriere Tuscolano’ del 22.05.2013, nelle quali egli diceva “ Qualche settimana fa è stata fatta un’assemblea pubblica per ricordare ai cittadini che di fatto dal 2007 vige un piano antenne, tutt’ora efficace, grazie al quale da 6 anni a questa parte nel nostro territorio non è stata installata nemmeno un’antenna”.
Ci si chiede, infatti, dove fosse in quel periodo tutta quella ‘cooperazione tra amministrazioni’ tanto decantata dall’Assessore nel 2011, se poi a distanza di quattro mesi continuavano ad arrivare le diffide al Moriggi e al Diotallevi dall'amministratore del proprio condominio. Di fatto, se le 'zelanti' Amministrazioni fossero intervenute veramente con seri provvedimenti a carattere di urgenza il lenzuolo di Pavona sarebbe stato rimosso dagli stessi Moriggi e Diotallevi a conclusione di una vicenda finalmente risolta, come gli stessi hanno sempre sostenuto.
Dunque, l’inerzia dei due Comuni di Castel Gandolfo e di Albano Laziale sono andati in contrasto con la ‘Legge Quadro sull’’Elettrosmog’ del 2001 e decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2003, che stabiliscono tempi e modi per le autorizzazioni che devono essere necessariamente essere lunghi per consentire agli Enti preposti di effettuare i dovuti controlli, rappresentando così una sia pur minima garanzia di attenzione nei confronti dell’impatto delle installazioni di basi radio per le telecomunicazioni. E non solo. Col cosiddetto ‘Principio di Precauzione’ (D.lgs n.41 del 16.1.2008), il sindaco può decidere con urgenza anche in disaccordo al parere della USL, quando è in gioco la salute pubblica, in forza degli articoli 216 e 217 del T.U.L.P.S. (e questo vale anche nei confronti di una discarica come quella di Roncigliano). Se già un’emerita sentenza del Tribunale di Bologna nel 2005 aveva riconosciuto un’antenna di telefonia come causa di impatto ambientale assimilabile a quello prodotto da un impianto per lo smaltimento dei rifiuti o da aeroporto (con conseguente danno psicologico ed economico per i residenti), la gravità dell’inquinamento elettromagnetico,scientificamente riconosciuto ed ammesso, si inquadra anche penalmente nell’art. 674 del c.p. (‘Gettito pericoloso di cose’), nel quale sono ravvisati oltre a fumi e vapori anche le onde magnetiche, finanche radioattive. (ed anche questo vale nei confronti di una discarica come quella di Roncigliano...). Ecco perché non bastava solo un ricorso al T.A.R., ma si rendeva necessario anche una denuncia in Procura, fatto che non è avvenuto.


Molta solerzia, seppure con un paio di mesi di ritardo, è stata invece dimostrata dall’ Amministrazione di Albano Laziale nell’accogliere l’iniziativa presentata da alcuni consiglieri del partito ‘Fratelli D’Italia’ ”di autorizzare l’affissione sull’ingresso principale del Palazzo municipale, di uno striscione che riporti la scritta ‘Salviamo i nostri Marò’ “, presentata in data 13.1.2014 (prot. 0002206) come ‘Richiesta urgente’, nella quale, come si legge, viene Ravvisata la necessità di far sentire la vicinanza degli italiani attraverso una campagna di mobilitazione a partire dalle istituzioni locali, convinti che ogni istituzione, per quanto di competenza, deve fare il massimo per aiutare i nostri soldati”. E nonostante il ‘ritardo’ autorizzativo (“Sono passati 12 giorni di indifferenza da parte dell’Amministrazione Comunale”, così hanno scritto i rappresentanti del ‘Circolo Goffredo Mameli’) proprio pochi giorni fa, esattamente il 7 marzo 2014 i rappresentanti di ‘Fratelli d’Italia’ della sezione di Albano Laziale hanno scritto sul loro blog: ” Dopo lunga e ingiustificata attesa, il partito di Giorgia Meloni ha ottenuto l’autorizzazione da parte dell’amministrazione per affiggere a Palazzo Savelli lo striscione realizzato e affisso dal circolo Goffredo Mameli, dei due fucilieri arrestati. Solamente dopo le forti insistenze del nostro consigliere Domenico Roma nel corso dell’ultimo consiglio comunale, infatti, è stato possibile ottenere l’autorizzazione dopo più di un mese dalla richiesta” (…) E’ con soddisfazione che oggi abbiamo dato alla cittadinanza la possibilità di dimostrare solidarietà ai due marinai”.
(Lo striscione di 'Fratelli d'Italia' per la solidarietà ai Marò)
Con tutto il rispetto per i Marò, naturalmente, la domanda sorge spontanea: cosa hanno fatto Domenico Roma, Marco Silvestroni, Nabil Cassabgi e Fabio Sannibale per la questione dell’antenna di Pavona, essendo gli stessi consiglieri già dal 2010? E Altrettanto valida la perplessità sulla non tempestività del Comune di Albano, per non parlare di Castel Gandolfo,sulla tanta 'solidarietà' per la salute dei cittadini di Pavona (Moriggi e Diotallevi compresi) rispetto alla famigerata antenna? C’è pure chi, come il consigliere Massimo Maggi, ha accolto le interrogazioni di quest'ultimi e in vista della prossima conferenza sul rifacimento del nuovo piano-antenne, ha da poco inoltrato un'informativa al sindaco Marini ricordando allo stesso che dopo quattro anni di attuale Giunta tra i molti punti-cardine del suo programma elettorale, rimane ancora attuale e da rispettare quello relativo alla tutela della salute. Si muoverà qualcosa? Chissà. Certo è che manca un anno alla fine dell'attuale consiliatura e forse ci si sta già preparando alla prossima campagna elettorale di promesse. Massimo Maggi ha intanto proposto come soluzione alternativa al controverso lenzuolo di Moriggi e Diotallevi quella di posizionare uno striscione sulla facciata di Palazzo Savelli con scritto “Sì alla salute. No all'elettrosmog”, tanto per ritornare in tema di decoro urbano. Ricordiamoci però che il palazzo del Municipio non è la bacheca di Facebook e la gente esige fatti concreti.
Appuntamento, dunque, al 25 marzo per Moriggi e Diotallevi, data in cui il proprio amministratore ha indetto un'assemblea di condominio per discutere la proposta avanzata dal mediatore della Camera di Conciliazione di Genzano, con la possibilità di considerare conclusa quest'assurda vicenda e riaprire un dialogo sereno con i propri vicini di casa, in vista della prossima udienza fissata per il 1° aprile. Ma senza nessun 'pesce' e con nuova grinta, pretendendo stavolta interventi reali, responsabili, effettivi e fattivi dalle Amministrazioni comunali.

                                                                                                 (elena.taglieri@gmail.com)