domenica 13 luglio 2014

CINECITTA' WORLD: QUALE SOSTENIBILITA' AMBIENTALE? (di Elena Taglieri)

L'hanno già inaugurato varie personalità del mondo politico (il Governatore Zingaretti, il sindaco Marino, il Presidente del Consiglio Regionale Leodori) e adesso, dopo un'eccezionale campagna mediatica anticipatoria, si aspetta per il 24 luglio l'ondata di visitatori per quello che viene considerato ed auspicato “volano per rilanciare l'economia del territorio capitolino”: Cinecittà World, sontuoso parco a temi che, oltre a promettere emozioni adrenaliniche per rispolverare e far conoscere alle nuove generazione i fasti del nostro passato cinematografico, afferma di garantire un futuro di almeno 2000 posti di lavori nell'indotto.
Un'area di di così vasta estensione per un progetto hollywoodiano spalmato nell'ecosistema dell'Agro Romano suscita non poche perplessità se si considera che quest'ultimo risulta già abbastanza gravato da criticità dovute alla cementificazione in continuo incremento, almeno per ricordarci che non siamo nelle praterie dell'immensa America, ma in uno stretto stivale ed il sito in questione non è lontano da poli industriali e dalla stessa via Pontina.

Come si legge nel progetto presentato da Cinecittà Parchi Spa, Società Sofim Srl, Società Edilparco Spa e Società Cinecittà Village Spa, che ottenuto parere favorevole dalla stessa Regione Lazio in quanto a V.I.A. (valutazione di Impatto Ambientale) in data 23 dicembre 2011 con prot. n.546559, “il nuovo progetto produrrà potenziali aumenti degli inquinanti CO, CO2 e PM10.(..) dovute al sostenuto traffico veicolare esistente lungo l'infrastruttura “ sulla S.S. 148 Pontina (con flussi di traffico di circa 6.570 autoveicoli nell'ora di punta, in direzioni opposte Roma-Pomezia).

Delicata appare anche la questione relativa all'assetto idrogeologico del suolo “caratterizzato dalla presenza di un'unica falda acquifera posta alla profondità media di 43 m dal piano campagna, dalla quale attingono i pozzi presenti nell'agglomerato industriale”, falda che “presenta scarsa produttività, alimentata dalla zona dell'apparato vulcanico dei Colli Albani”. Su quest'ultimo bacino va ricordato il recente abbassamento di falda e la consistente presenza di arsenico, che negli ultimi mesi ha subìto un'impennata considerevole.

Ciò che comunque desta non poche perplessità riguarda il punto che prevede di “migliorare le prestazioni energetiche degli edifici e di contenere i consumi energetici dell'intervento in oggetto, nonché di promuovere l'utilizzo delle fonti rinnovabili” per cui il progetto “dovrà essere redatto e realizzato nel rispetto degli obiettivi di qualità individuati dalla Legge Regionale n.6/2008 relativa all'architettura sostenibile e alla bioedilizia”. Il che, secondo quanto riportato da ECOGENA Spa (costola di ACEA) comporta che l'intera struttura verrà alimentata da un impianto elettrico di trigenerazione ibrida di 1600 kWe, dove per 'trigenerazione ibrida', secondo quanto recita il 'PIANO DI AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE DELLA CITTÀ DI ROMA (Sustainable Energy Action Plan SEAP), ci riferisce a centrali elettriche alimentate da gas metano e biomassa liquida: “centrali ibride: tale termine indica che almeno il 50% dell'energia prodotta deriva da fonti rinnovabili. Più in dettaglio, alcuni gruppi di cogenerazione saranno alimentati ad olio vegetale grezzo, un caso particolare di biomassa”.

E se da una parte con la tecnologia delle 'smart grid' si vorrebbe eliminare la presenza di C02, sappiamo di certo che il metano in realtà è la prima e maggiore causa dell''effetto serra in atmosfera, mentre la combustione di olio vegetale sprigiona ossido di zolfo, ossido di azoto, particolati ed altre sostanze non certo innocue.
A tutto questo scenario poco sostenibile va aggiunto quello che ormai risulta un problema annoso e mai risolto per Roma: quello dei rifiuti.
Si prevede infatti che ogni aumento dell'offerta turistica e commerciale abbia come inevitabile conseguenza maggior consumo e produzione di rifiuti ed allo stato attuale, finché la questione non verrà definitivamente risolta in modo intelligente c'è solo la prospettiva di alimentare ulteriormente discariche ed inceneritori.
Il vero senso della sostenibilità ambientale è nel capire il reale impatto ambientale ad immediato e a lungo termine sul territorio, ma spesso e purtroppo molte ambiziose iniziative economiche, talvolta faraoniche, tralasciano questo importante aspetto.
                                                                                     (elena.taglieri@gmail.com)

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