lunedì 4 luglio 2016

L'APOCALIPSE-NOW DELLA DISCARICA DI RONCIGLIANO: ORA LA QUESTIONE-RIFIUTI SI FA ANCORA PIU' ROVENTE (di Elena Taglieri)

ore 19.41. l'incendio della discarica visto da Cecchina
Il disastro accaduto la sera del 30 giugno scorso alla discarica di Roncigliano, nel comune di Albano Laziale, non sarebbe mai dovuto succedere.
Già il 28 marzo 2014 il “Coordinamento No-INC”, anche e soprattutto a nome della cittadinanza tutta e di quella dell'attiguo Villaggio Ardeatino, in occasione dell'inaugurazione dell'isola ecologica di Genzano consegnò al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti un richiesta-diffida a compiere analisi e controlli sull'intera discarica (caratterizzazione idrogeologica, lo stato effettivo del 7° invaso, dell' acqua, di tutti i pozzi-spia, dell'aria).
Veniva inoltre richiesto il monitoraggio verificato dell'impianto del TMB (Trattamento Meccanico Biologico), quello preposto allo stoccaggio RSU (Rifiuti Solidi Urbani), nel quale, secondo le prescrizioni dell'APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici) contenute nella pubblicazione 'Caratterizzazione chimico-fisica del biostabilizzato proveniente da impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti' “...Il materiale in uscita da detti impianti va considerato, a tutti gli effetti, un rifiuto il cui eventuale utilizzo in attività paesaggistiche e di ripristino ambientale, quale fonte di sostanza organica, deve essere limitato sia nelle dosi che nelle destinazioni. È indispensabile, in ogni caso, che esso sia contraddistinto da un elevato grado di stabilità e da un basso contenuto di sostanze inquinanti e di materiali inerti.”
Ma cosa viene effettivamente 'trattato' in un impianto di TMB?
Principalmente il rifiuto urbano indifferenziato (R.U e R.S.U), quello Solido Assimilabile agli Urbani (R.S.A.U) a volte recuperato a volte no, perché destinato all'incenerimento, trasformato in CDR (combustibile da rifiuto), accessorio fondamentale per impianti industriali volti alla produzione di energia o di materiali presso le centrali elettriche collegate ai cosiddetti 'termovalorizzatori' (leggi inceneritori) o cementifici.
Oppure finisce direttamente in discarica.
Come si può leggere, infatti, sul sito dell'ARPAVeneto, :Il trattamento meccanico-biologico è finalizzato alla stabilizzazione della frazione organica presente nel rifiuto indifferenziato residuo e all’eventuale valorizzazione della frazione ad elevato potere calorifico mediante la produzione di CDR (Combustibile Da Rifiuti).
Riveste un’importanza strategica in quelle realtà caratterizzate da un rifiuto residuo con un elevato contenuto di sostanza organica (come ad esempio quello proveniente dalla raccolta stradale) che non può essere conferito direttamente in discarica come previsto dalla normativa vigente.”
Ergo, il TMB non evita la discarica, non evita gli inceneritori, ma serve solo a recuperare e a conferire in discarica rifiuti più conforme alle normative vigenti e nel rispetto di esse.
Sorge dunque spontanea la domanda: a che pro la raccolta differenziata, se poi tutto finisce in un impianto che seleziona e tritura 'la monnezza' così come viene ritirata, specialmente dai cassonetti delle vie, che sono oggetti preferiti dai soliti furbetti che selvaggiamente si disfano con disinvoltura di tutto quel pattume molto spesso anche 'speciale' e pericoloso?
viale della Primavera a Roma (2015). Rifiuti destinati al TMB
Senza scomodare il loschi traffici della malavita organizzata, basta osservare certi gradi di inciviltà gratuita che partono dallo stesso cittadino noncurante di rispettare la tipologia degli stessi rifiuti da eliminare nei contenitori specificatamente dedicati, ma solo per pigrizia e per indolenza.
D'altra parte le stesse Amministrazioni, in particolar modo quelle dei comuni che conferiscono nella discarica di Roncigliano (oltre ad alcuni della valle dell'Aniene, di parte di Roma, di Fiumicino e dello Stato Vaticano) non si sono sforzati di fare finalmente rete, di concertare un inizio contemporaneo e totale di seria e completa raccolta differenziata porta a porta, evitando così di invogliare coloro che di soppiatto mischiano pile esauste, medicinali scaduti, materiale di risulta magari anche con eternit, insieme alla ormai consunta Barbie della nipote divenuta adolescente e le scarpe fuori moda.
Via Nettunense a Cecchina. Rifiuti destinati al TMB
In quasi tutti i comuni del bacino che sversa a Roncigliano continuano ad esistere parallelamente sperimentali progetti-pilota che interessano parzialmente l'abitato, creando situazioni grottesche a macchia di leopardo: quartieri con civici muniti di propri cestelli condominiali della differenziata, da rispettare scrupolosamente, pena forti sanzioni (anche se in certe palazzine alcuni residenti continuano a buttare miscugli di rifiuti nei cassonetti stradali), e intere strade, vie, sulle quali insistono e si condensano molti esercizi commerciali, nelle quali i cassonetti della differenziata neppure esistono, come in via Nettunense e zone limitrofe, a Cecchina.
Ma se il rifiuto indifferenziato per un impianto TMB viene scodellato ex-abrupto per poi essere 'studiato' e selezionato da un macchinario non umano, si apre uno scenario inquietante sulla natura merceologica di questi rifiuti, alla luce sia dell'anarchia del cittadino non virtuoso che della disorganizzazione amministrativa, di comuni che non dimostrano di essere solleciti e che non si interfacciano tra loro, anche per l'assenza di un decente piano regionale dei rifiuti: di quali sostanze sono fatti i rifiuti indifferenziati? Basta solo entrare in certi esercizi commerciali e rendersi conto della puzza emanata da oggettistica varia.
Invasi dall'economia del dragone, ahimè nella stragrande maggioranza di pessima qualità, siamo immersi da cose che se analizzate perbenino risulterebbero cancerogene anche solo a guardarle.
Inutili i sequestri quasi giornalieri di tonnellate di ciarpame, tanto si sa che al di là dei 'tarocchi', si vive del poco che costa poco e se dura un anno, siccome costa poco, l'anno successivo si ricompra. E se si rompe, idem, tutto nella spazzatura.
21.03. L'incendio a Roncigliano continua...
Come dire, tutto nel grande pentolone di un impianto TMB, dove i processi di selezione e stabilizzazione hanno i loro tempi e nell'attesa lì rimangono a giacere gli scarti del nostro consumismo (figlio del più moderno capitalismo) e della nostra precarietà economica (chi poco ha compra quello che costa poco, ma che è di pessima qualità).
Poi succede che tutto questo miscuglio semi-tossico vada a fuoco, come è successo il 30 giugno a Roncigliano, e c'è da preoccuparsi doppiamente.
Nonostante ciò, la popolazione è stata tranquillizzata. Hanno minimizzato le risultanze dell'analisi dell'aria, fondandosi unicamente sulle centraline di Cinecittà, Eur Fermi (nella Capitale) e Ciampino, pur risultando emblematicamente evidente ai residenti e a chi ha pubblicato foto apparse anche sui media on-line che l'infernale montagna di fumo si è diretta come una minacciosa piovra verso il litorale sud e non verso Roma, per questioni legate al vento.
Anche Aprilia è stata interessata dalle nocive conseguenze del rogo, ma i valori della centralina della città pontina non sono stati resi noti nella relazione dell'ARPA di due giorni fa.
20.29. La nube tossica su Cecchina si propaga verso il litorale ed i Castelli a sud

  
I tests relativi al sito più vicino alla discarica, quelli della centralina posta presso la scuola elementare di via Pantanelle in località Cancelliera, quelli che più di altri possono effettivamente descrivere le ricadute immediate del disastro ambientale, hanno tempi previsti più lunghi (circa una settimana all'indomani dell'accaduto).
Quella di Roncigliano è una discarica che già al 21 marzo 2014 si presentava con soli 8 metri restanti di profondità a fronte dei 30 che sarebbero dovuti bastare fino al 2020, e che secondo i controlli tecnici dell'ArpaLazio (rapporto n. 109036) dimostrava di essere stata oggetto di violazioni (rifiuti anche pericolosi privi delle autorizzazioni) tra il 2013 e il 2014.
E intanto si continua a respirare chissà che cosa, e non solo i postumi dell'incendio durato fino alle 6 del 1° luglio, ma anche i fumi minori di alcuni focolai interni all'impianto di TMB della discarica castellana che si sono sprigionati continuando per ore ed ore, in giorni successivi.
Lo scopriremo solo vivendo” cantava Lucio Battisti: purtroppo le conseguenze sanitarie ad eventi gravi di questo genere, come dice un caro amico chimico Lino, non si manifestano subito, ma successivamente nel tempo, perché non si tratta di una purga dagli effetti immediati e repentini.

(elena.taglieri@gmail.com)