(Il lenzuolo sulla palazzina di via del Mare 3 con lo slogan) |
L’11 marzo 2014
rischia di rimanere una data ‘storica’ a testimonianza della
consueta inerzia burocratica delle Istituzioni Amministrative, anche
in fatto di politica, quando in campagna elettorale tanto promettono
e tanto poi dimenticano di mantenere nella quotidianità del loro
mandato, in un palleggio di responsabilità e di delega a terzi.
Il danno e la beffa
sono giunti proprio in questo giorno a carico di Ennio Moriggi e Vito
Diotallevi, due cittadini residenti nella porzione di Pavona facente
parte del comune di Albano Laziale, che da anni, insieme a molti
altri, si sono e si stanno battendo contro l’antenna di telefonia
radiomobile WIND-Ericsson installata abusivamente e senza alcuna
autorizzazione a via del Mare 20, in prossimità dell’incrocio con
la via Nettunense, proprio di fronte al loro civico, ma nella
porzione di Pavona appartenente al comune di Castel Gandolfo, in un
quadrante densamente abitato nel quale insistono scuole, negozi,
supermercati, la Biblioteca Comunale ed il Centro Anziani, oltre
naturalmente alle tante abitazioni. Per questo giorno, appunto, sono
stati convocati presso la Camera per la Media Conciliazione
dell’Ordine Forense di Velletri, sita in Genzano, a seguito di una
citazione in giudizio da una parte del proprio condominio per
violazione del ‘decoro’ urbano.
Ai suddetti cittadini è
stato più volte richiesto con secca formalità dall’amministratore
dello stesso, dietro insistente e ripetuta pressione di certi
condòmini, di rimuovere un pezzo di stoffa bianca appesa ai loro
balconi, recante lo slogan “NO ANTENNE-DIFENDIAMO LA SALUTE”. Le
diffide condominiali erano giunte già nel mese di novembre 2011,
proprio quando in a Pavona si era saputo che l’antenna telefonica
installata in tutta fretta era già pienamente funzionante. In quel
periodo si sono susseguite assemblee cittadine ed ognuno a modo suo
ha manifestato una civile opposizione, come del resto rimane pacifica
la protesta del pezzo di stoffa bianco sui balconi di Moriggi e
Diotallevi (in una palazzina che rimane comunque distante dalla via
del Mare) messo lì a ricordare e sensibilizzare tutti quelli che si
sono arresi nella attesa, seppur speranzosi, che qualcuno delle due
Amministrazioni Comunali (Albano Laziale e Castel Gandolfo) in questi
anni risolvesse magicamente un problema ormai cronico. Tutto ciò
nonostante le ‘rassicurazioni’ fatte all’epoca dai consiglieri
di turno e dai sindaci, che intanto nel frattempo sono cambiati,
nonostante un pendente ricorso al T.A.R. (Tribunale Amministrativo
Regionale) che però ancora tarda ad ottenere una fattiva sentenza a
riguardo.
Il problema dell’elettrosmog legato all’antenna di via
del Mare 20 si inserisce tristemente in una realtà di nocività
ambientale nella quale si trova tutta Pavona e non solo: da anni
incombe lo spettro minaccioso della costruzione dell’Inceneritore
di Roncigliano (a pochi kilometri da Pavona), dove esiste già una
discarica nauseabonda e contaminata, a causa della quale tantissimi
cittadini sono dovuti ricorrere al Pronto Soccorso perfino nei giorni
recenti e nei mesi trascorsi. Per non contare tutti gli altri effetti
dovuti alla discarica per chi abita non solo attorno ad essa ma
addirittura nel raggio di 5 km: aumento di tumori al seno, ai
polmoni, al sistema linfatico, gastrointestinale, urinario, malattie
cardiovascolari e del sangue, leucemie,, con picchi di di mortalità
e di patologia che vanno dal +40% al +76% rispetto alla media,
secondo i dati forniti dallo studio statistico ERAS, in
collaborazione con il Dipartimento di Epidemiologia della Regione
Lazio del Servizio Sanitario Nazionale. Nel motivo della controversia
presentata dall’amministratore Raffaella Galbo riguardo il pezzo di
stoffa bianca contro l’antenna di telefonia si legge che “tale
affissione, trattandosi di balconate prospicienti la facciata dello
stabile condominiale sono assolutamente lesive
del decoro
architettonico dell’intero edificio condominiale e determinano
un conseguente pregiudizio economico a danno di tutti i condomini
che, a causa della costante presenza di suddetti lenzuoli, hanno
patito e subiscono ancora un notevole deprezzamento del valore
commerciale delle proprie abitazioni”.
Dunque, in questo triste scenario di emergenza ambientale ci sono
persone che, come alcuni condòmini di via del Mare 3, anziché
lottare concretamente per risolvere questi i problemi
ed esigere tutela reale dei propri diritti alla salute ed in
generale scelgono, invece, di citare in giudizio i propri condòmini
Ennio Moriggi e Vito Diotallevi, smaccatamente per fini
utilitaristici, evidentemente nella prospettiva di vendere casa e
’scappare’, ‘nascondendo’ all’ignaro acquirente
‘forestiero’ le criticità del territorio, quasi in questo modo a
‘rifilargli il pacco’.
Ma in questa società ipertestuale, nella
quale tutti sono informati di tutto, sono ormai pochi quelli rimasti
all’oscuro di dette problematicità ambientali, perché Pavona è
salita alla cronaca, oltre ai motivi legati all’inceneritore, alla
discarica ed arsenico nell’acqua, anche per essere la località dei
Castelli con la più alta
incidenza tumorale per
inquinamento veicolare, dovuto pure alla presenza di un passaggio a
livello in pieno centro abitato (motivo per cui si è costituito anni fa il Comitato 'Sottoterra il treno') e per la vicinanza a numerose
industrie insalubri, in ultimo anche il polo di rottamazione e
smaltimento di car-fluff
dell’Italferro, oltre alla recente questione-rifiuti legata alla
Falcognana ed alla centrale elettrica ad oli vegetali di via
Cancelliera. (Il lenzuolo di protesta del Comitato 'Sottoterra il treno' a Pavona) |
Una duplice
questione dei soliti profitti,
quella appunto del privato
Gestore di telefonia e di alcuni privati cittadini che
si scagliano contro chi in realtà difende i diritti di tutti, loro
compresi, e che ha semplicemente del grottesco se consideriamo che a
monte della mobilitazione di Moriggi e Diotallevi c’è una storia
che parte da molto lontano, esattamente dal 14
giugno 2005 quando i
sindaci di Castel Gandolfo ed Albano erano rispettivamente Maurizio
Colacchi e Marco Mattei (tra l’altro ex-Assessore all’Ambiente
della Regione Lazio in Giunta Polverini).
Fu allora che un folto
gruppo di firmatari indirizzò ad essi una lettera nella quale veniva
segnalata con preoccupato allarme la richiesta avanzata da un
privato di installare un’antenna di telefonia radiomobile sul
terrazzo della propria abitazione in via del Mare 20. L’allora
probabile Gestore telefonico rimaneva ancora misterioso, dapprima
individuato in TELECOM, poi successivamente identificato in VODAFONE.
Ed a questa società l’allora sindaco di Castel Gandolfo aveva
prontamente “espresso
parere contrario al rilascio ed al permesso a costruire”
poiché “ il progetto in
esame risulta essere in contrasto con il piano di localizzazione e il
regolamento per l’installazione di impianti per antenne, approvato
con atto del Consiglio Comunale n.104 del 18.09.2002, ai sensi della
Legge 22 febbraio 2001 n.36”.
E con un’istanza del 22. 06.2005 (prot. 9448) lo stesso Colacchi
aveva ringraziato i firmatari della segnalazione (Comitato di
Quartiere ‘Pavona Uno’, Pro Loco Pavona di Castel Gandolfo,
Parrocchia s. Eugenio, Parrocchia s. Giuseppe, Palestra Comunale
Dante Alighieri, Scuola Materna Pio XII, Centro Anziani Pavona di
Albano Laziale, Centro anziani Pavona di Castelgandolfo, ecc.),
confermando loro di aver comunicato alla compagnia telefonica il
proprio deciso diniego a costruire e addirittura invitando la
popolazione ad un incontro con l’Amministrazione Comunale per il
30/06/ 2005.
Eppure qualche mese
dopo, lo stesso comune di Castel Gandolfo (come riportato sul
quotidiano ‘La Repubblica’ del 23.08.2005) si era occupato di una
questione analoga: quella di un’ antenna radiobase da posizionare
nel proprio cimitero, per la quale era stata rilasciata
“un’autorizzazione
provvisoria di un anno per poter valutare l’effettivo impatto
ambientale”. E lo
stesso Maurizio Colacchi aveva ammesso che “la
soluzione progettuale benchè approvata dalla Sovraintendenza, non
era completamente convincente sotto il profilo dell’inserimento nel
sito ma conforme al Regolamento comunale, in base al quale i
siti approvati devono trovarsi fuori da zone densamente abitate
e in aree pubbliche, per
evitare speculazioni da parte dei privati:
le richieste riguardanti immobili del centro sono state infatti
respinte”. Motivo?
Colacchi chiosa affermando che “ l’unica
possibilità per le Amministrazioni che vogliono affrontare
seriamente e responsabilmente i problemi è regolamentare la
dislocazione delle antenne secondo criteri mirati a ridurre le
emissioni elettromagnetiche”.
Nonostante ciò, l’antenna
di via del Mare 20 della WIND-ERICSSON è stata installata in barba a
chiunque, rivestita da
canna fumaria, tanto per confondere l’attenzione di chi la vede
sovrastante una palazzina in cui su strada si affaccia un’attività
commerciale di panetteria e affini, ben funzionante da quasi tre
anni.
(L'antenna di via del Mare 20 che 'sembra' una canna fumaria) |
Era il 30
gennaio 2011 quando il
commento del consigliere comunale di Albano Laziale Domenico Di
Tuccio fu di comunicare che “a
seguito di numerose segnalazioni di cittadini ci siamo immediatamente
mossi, in sintonia con il comune di Castel Gandolfo, dove l’antenna
è stata posizionata in disaccordo con la sospensiva del T.A.R. ed il
piano antenne dell’Amministrazione. Non
permetteremo che sia la salute dei cittadini a risentirne”.
A questa dichiarazione fece eco quella dell’assessore all’Ambiente
Claudio Fiorani, sempre di Albano: “Siamo
già in contatto con il comune di Castel Gandolfo e abbiamo dato il
nostro appoggio a questa battaglia. Si tratta di un’ulteriore
conferma di come la cooperazione tra amministrazioni è necessaria e
proficua per il bene dei cittadini”.
Ma pare che i tempi
giudiziari e politici nella loro lentezza burocratica siano sempre
biblici, così intanto, anche se il ricorso al T.A.R. è stato
appoggiato ‘ad adiuvandum’ anche dal comune di Albano Laziale, il
3 gennaio 2012
è stato inaugurato in pompa magna il Parco Giochi di via Roma
(vicino a Biblioteca, Centro Anziani ed al condominio di Ennio
Moriggi e Vito Diotallevi) presente anche l’On. Nicola Zingaretti,
e con
l’antenna telefonica attiva a pieno regime.
Sono trascorsi due anni da quella inaugurazione e nel frattempo la
Giunta di Castel Gandolfo è cambiata, essendo Milvia Monachesi
diventata sindaco nel maggio dello stesso anno, precedentemente
consigliere ed assessore già dal 2002 nello stesso Comune.
(l'inaugurazione del Parco Giochi di via Roma a Pavona) |
Non c’è dunque da
meravigliarsi se fino ad ora nessuna Istituzione si sia mossa: non lo
ha fatto per esempio il comune di Ardea nei confronti dei propri
cittadini di Villaggio Ardeatino, vittime delle esalazioni mefitiche
della dirimpettaia discarica di Roncigliano, appartenente al comune
di Albano Laziale. Non lo ha fatto, per lo stesso motivo, lo stesso
Comune di Albano, nonostante il ‘Coordinamento
NO-INC’ chieda da mesi,
anzi da anni, la caratterizzazione interna ed esterna della
discarica, visti gli sforamenti superiori ai limiti di legge di
sostanze come piombo, manganese (+2), fluoruro (+6), ferro (+10),
bromuro (+8), benzene (+3), tribromometano (+6) e naturalmente il
fetore. Magari una discarica è più ’tangibile’ perché puzza e
la gente accusa i malori nell’immediato, almeno per quanto riguarda
gli aspetti odorigeni, mentre per quelli di carattere patologico le
‘sorprese’ arrivano a medio termine; al contrario, le onde
elettromagnetiche non sono percepibili dai nostri cinque sensi (per
un credente sarebbe
come negare l’esistenza di Dio solo perché non ci appare).
(il lenzuolo a via Ardeatina di fronte la discarica di Roncigliano) |
Se il problema di
Moriggi e Diotallevi è solo quello di aver appeso un lenzuolo ai
loro balconi (che rimangono comunque proprietà privata) vale la pena
ricordare ad alcuni signori condòmini di via del Mare 3 e alla loro
amministratrice che a Guidonia e Fonte Nuova nella scorsa primavera,
lungo la via Palombarese c’è stato il famoso ‘Bucato
del dissenso’: lenzuola
bianche appese ai balconi, con su la scritta “NO BIOMASSE”,
contro la costruzione di due centrali elettriche ad olio vegetale,
poi sventata, grazie alla mobilitazione cittadina. E a tutt’oggi
quella popolazione continua a manifestare il proprio dissenso con
lenzuoli affissi, per protesta contro l’impianto di TMB
(Trattamento Meccanico Biologico) annesso alla discarica
dell’Inviolata.
In tema di inquinamento
elettromagnetico sono di pochi giorni fa le vittorie riportate in
alcuni quartieri della Capitale: in zona Ottavia e Lucchina è già
pronta una ‘class-action’
contro
la fungaia di antenne sparse selvaggiamente, che continuano a
spuntare dalla notte al giorno a ritmo cadenzato e ravvicinato. In
zona AXA-Casalpalocco, contro l’antenna gigantesca prevista sul
‘Drive-In’, che ha portato una compatta unione tra residenti e
consiglieri di ogni appartenenza politica, questi ultimi pronti ad un
incontro urgente con la Regione Lazio e addirittura per
un’interpellanza parlamentare che modifichi la ‘Legge Gasparri’,
quella che ha favorito la liberalizzazione delle frequenze e la corsa
sfrenata delle compagnie telefoniche a piazzare le rappresentanze del
loro potere economico, neanche fossero bandiere di astronauti di un
allunaggio. La compatezza di lotta cittadina s'è vista anche in zona
Cinecittà-Est, dove qualche giorno fa, dopo due anni, i residenti
hanno vinto il ricorso al Tar contro l’antenna WIND di via
Francesco Gentile 135, abusiva anche questa, con una sentenza
straordinaria di ventidue pagine che ne annulla il titolo
autorizzativo. Una vicenda questa che risale al 17 dicembre 2011,
quando anche in questo caso l’antenna fu innalzata velocemente
dalla notte alla mattina, come nella vicenda di Pavona.
(Particolare del Parco Giochi di Pavona) |
Ennio
Moriggi e Vito Diotallevi, abbandonati a se stessi, sono l’esempio
classico del tanto parlare e del poco fare delle istituzioni
politiche, ma innanzitutto amministrative. E suonano del tutto
retoriche le affermazioni dell’assessore all’Ambiente Claudio
Fiorani rilasciate in un’intervista al ‘Corriere Tuscolano’ del
22.05.2013, nelle quali egli diceva “ Qualche
settimana fa è stata fatta un’assemblea pubblica per ricordare ai
cittadini che di fatto dal 2007 vige un piano antenne, tutt’ora
efficace, grazie al quale da 6 anni a questa parte nel nostro
territorio non è stata installata nemmeno un’antenna”.
Ci si chiede,
infatti, dove fosse in quel periodo tutta quella ‘cooperazione
tra
amministrazioni’
tanto decantata dall’Assessore nel 2011, se poi a distanza di
quattro mesi continuavano ad arrivare le diffide al Moriggi e al
Diotallevi dall'amministratore del proprio condominio.
Di fatto, se le 'zelanti' Amministrazioni fossero intervenute
veramente con seri provvedimenti a carattere di urgenza il lenzuolo
di Pavona sarebbe stato rimosso dagli stessi Moriggi e Diotallevi a
conclusione di una vicenda finalmente risolta, come gli stessi hanno
sempre sostenuto.
Dunque, l’inerzia dei
due Comuni di Castel Gandolfo e di Albano Laziale sono andati in
contrasto con la ‘Legge
Quadro sull’’Elettrosmog’
del 2001 e decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del
2003, che stabiliscono tempi e modi per le autorizzazioni che devono
essere necessariamente essere lunghi per consentire agli Enti
preposti di effettuare i dovuti controlli, rappresentando così una
sia pur minima garanzia di attenzione nei confronti dell’impatto
delle installazioni di basi radio per le telecomunicazioni. E non
solo. Col cosiddetto
‘Principio di Precauzione’ (D.lgs n.41 del 16.1.2008), il
sindaco può decidere con urgenza anche in disaccordo al parere della
USL, quando è in
gioco la salute pubblica, in forza degli articoli 216 e 217 del
T.U.L.P.S. (e questo vale
anche nei confronti di una discarica come quella di Roncigliano).
Se già un’emerita sentenza del Tribunale di Bologna nel 2005 aveva
riconosciuto un’antenna di telefonia come causa di impatto
ambientale assimilabile a quello prodotto da un impianto per lo
smaltimento dei rifiuti o da aeroporto (con conseguente danno
psicologico ed economico per i residenti), la
gravità dell’inquinamento elettromagnetico,scientificamente
riconosciuto ed ammesso, si inquadra anche penalmente nell’art. 674
del c.p. (‘Gettito
pericoloso di cose’),
nel quale sono ravvisati oltre a fumi e vapori anche le onde
magnetiche, finanche radioattive. (ed anche questo vale nei confronti
di una discarica come quella di Roncigliano...). Ecco
perché non bastava solo un ricorso al T.A.R., ma si rendeva
necessario anche una denuncia in Procura, fatto che non è avvenuto.
Molta solerzia, seppure
con un paio di mesi di ritardo, è stata invece dimostrata dall’
Amministrazione di Albano Laziale nell’accogliere l’iniziativa
presentata da alcuni consiglieri del partito ‘Fratelli
D’Italia’ ”di
autorizzare l’affissione sull’ingresso principale del Palazzo
municipale, di uno striscione che riporti la scritta ‘Salviamo i
nostri Marò’
“, presentata in data 13.1.2014 (prot. 0002206) come ‘Richiesta
urgente’,
nella quale, come si legge, viene “Ravvisata
la necessità di far sentire la vicinanza degli italiani attraverso
una campagna di mobilitazione a partire dalle istituzioni locali,
convinti che ogni istituzione, per quanto di competenza, deve fare il
massimo per aiutare i nostri soldati”. E
nonostante il ‘ritardo’ autorizzativo (“Sono
passati 12 giorni di indifferenza da parte dell’Amministrazione
Comunale”,
così hanno scritto i rappresentanti del ‘Circolo Goffredo Mameli’)
proprio pochi giorni fa, esattamente il 7 marzo 2014 i rappresentanti
di ‘Fratelli d’Italia’ della sezione di Albano Laziale hanno
scritto sul loro blog: ” Dopo
lunga e ingiustificata attesa, il partito di Giorgia Meloni ha
ottenuto l’autorizzazione da parte dell’amministrazione per
affiggere a Palazzo Savelli lo striscione realizzato e affisso dal
circolo Goffredo Mameli, dei due fucilieri arrestati. Solamente dopo
le forti insistenze del nostro consigliere Domenico Roma nel corso
dell’ultimo consiglio comunale, infatti, è stato possibile
ottenere l’autorizzazione dopo più di un mese dalla richiesta”
(…) E’ con
soddisfazione che oggi abbiamo
dato alla cittadinanza la possibilità di dimostrare solidarietà ai
due marinai”.
(Lo striscione di 'Fratelli d'Italia' per la solidarietà ai Marò) |
Con
tutto il rispetto per i Marò, naturalmente, la domanda sorge
spontanea: cosa
hanno fatto Domenico Roma, Marco Silvestroni, Nabil Cassabgi e Fabio
Sannibale per la questione dell’antenna di Pavona, essendo gli
stessi consiglieri già dal 2010?
E Altrettanto valida la perplessità sulla non tempestività del
Comune di Albano, per non parlare di Castel Gandolfo,sulla tanta
'solidarietà'
per la salute dei cittadini di Pavona (Moriggi e Diotallevi compresi)
rispetto alla famigerata antenna? C’è pure chi, come il consigliere Massimo Maggi, ha accolto le interrogazioni di
quest'ultimi e in vista della prossima conferenza sul rifacimento del
nuovo piano-antenne, ha da poco inoltrato un'informativa al sindaco
Marini ricordando allo stesso che dopo quattro anni di attuale Giunta
tra i molti punti-cardine del suo programma elettorale, rimane ancora
attuale e da rispettare quello relativo alla tutela della salute. Si
muoverà qualcosa? Chissà. Certo è che manca un anno alla fine
dell'attuale consiliatura e forse ci si sta già preparando alla
prossima campagna elettorale di promesse. Massimo Maggi ha intanto
proposto come soluzione alternativa al controverso lenzuolo di
Moriggi e Diotallevi quella di posizionare uno striscione sulla
facciata di Palazzo Savelli con scritto “Sì
alla salute. No all'elettrosmog”,
tanto per ritornare in tema di decoro urbano. Ricordiamoci però che
il
palazzo del Municipio non è la bacheca di Facebook
e la gente esige fatti concreti.
Appuntamento,
dunque, al 25 marzo per Moriggi e Diotallevi, data in cui il proprio
amministratore ha indetto un'assemblea di condominio per discutere la
proposta avanzata dal mediatore della Camera di Conciliazione di
Genzano, con la possibilità di considerare conclusa quest'assurda
vicenda e riaprire un dialogo sereno con i propri vicini di casa, in
vista della prossima udienza fissata per il 1° aprile. Ma senza
nessun 'pesce' e con nuova grinta, pretendendo stavolta interventi
reali, responsabili, effettivi e fattivi dalle Amministrazioni
comunali.
(elena.taglieri@gmail.com)