(Centrale elettrica alimentata ad olio vegetale e diesel) |
Un impianto di potenza
pari a 350 Kwe, costituito da un gruppo elettrogeno da 0,350 Mwe in
esercizio continuo, composto da 2 bancate a V da 6 cilindri, ognuna
con ciclo Diesel a quattro tempi, iniezione diretta a turbine con
intercooler. Per le fasi di avviamento/spegnimento del motore è
previsto un serbatoio di gasolio ausiliario da 5000 litri, adiacente
a quello dell'olio vegetale. E nel documento si parla chiaramente di
“concentrazioni degli ossidi di azoto e polveri prodotte
nella combustione”.
Nonostante
l'assordante (voluto) silenzio della Amministrazione Comunale, alcuni
cittadini sono riusciti a sapere questa notizia, purtroppo in
ritardo, poiché a quanto pare sarebbero ormai scaduti i termini per
intraprendere un' azione legale come previsto da normale prassi.
Difatti, secondo quanto si legge alla fine della Determinazione
firmata dal Dirigente Dr. Antonio Capitani, “Avverso
la presente autorizzazione è ammesso ricorso giurisdizionale al
T.A.R. Competente o, in alternativa, ricorso straordinario al Capo
dello Stato, nel termine
rispettivamente di sessanta e centoventi
giorni dalla pubblicazione all'Albo Pretorio della Provincia di Roma
del presente provvedimento”.Inoltre
viene sottolineato che “ai sensi del Decreto Legislativo 387/03 la
presente autorizzazione
ha efficacia di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed
indifferibilità dei lavori”.
E
allora perché da giugno a oggi, sul portale del sito del Comune di
Albano non sono stati pubblicati avvisi, news, ordinanze da parte del
Comune riguardo questa autorizzazione?
Qualcuno
però lo scorso 20 ottobre, in occasione del corteo cittadino contro
l'inceneritore di Roncigliano, ha pensato di chiederlo allo stesso
Nicola Marini, Sindaco di Albano nonché Farmacista di Cecchina, E
cosi il Primo Cittadino, intervistato, alla domanda su come mai i
cittadini non ne sapessero nulla e come mai sia stata presa una
decisione senza che fosse passata al vaglio del Consiglio Comunale,
ha così risposto: “Non
c'era la necessità di passare per il Consiglio Comunale.
Intanto è un
progetto portato avanti dalla Provincia di Roma a cui il Comune di
Albano è stato invitato semplicemente come Ente territoriale
competente. Noi dovevamo esprimere un parere esclusivamente sulla
regolarità urbanistica.
Siccome è un
impianto in zona industriale, non c'era nessun motivo per potersi
opporre. Non
c'erano motivazioni amministrative per poter dire di no. C'è stata
la richiesta di un impianto industriale in zona industriale. Di
conseguenza non si poteva non prendere atto di quanto richiesto dalla
Provincia sull'impianto che, comunque, in base alle attuali
normative, è a impatto zero, in quanto comunque di fatto è
assimilabile all'utilizzo di energie rinnovabili”.
Parole
sconcertanti, declamate con disinvolta freddezza da chi, proprio in
virtù della carica di sindaco, rappresenta la prima autorità
sanitaria del territorio e proprio per questo ha il dovere legale di
tutelare territorio e cittadinanza.
Intanto
va ricordato che è scientificamente dimostrata la tossicità di una
tecnologia che prevede la combustione di oli, e nello specifico in
questione, trattandosi di oli esausti, essi rientrano nella categoria
dei rifiuti (in questo caso anche 'speciali',) per cui verrebbero
'smaltiti' come nel caso dell'incenerimento.
Poi
però il sindaco Marini, con annessa Giunta, parte della quale
sembrerebbe all'oscuro di tutto, è anche colui che invita tutta la
cittadinanza di Albano al corteo del 20 ottobre con lo slogan 'No
all'inceneritore - Si alla salute'.
Ci
sono comunque altre importanti inesattezze da contestare al Dott.
Marini, in base alle sue dichiarazioni.
In
primo luogo, il sito dove sorgerebbe la centrale elettrica non è il
polo industriale di Malagrotta, ma una zona nella quale sono
presenti, oltre piccole e medie imprese, soprattutto supermercati,
pizzerie, bar, centri commerciali,
uffici, studi, abitazioni, luoghi di culto, case di riposo per
anziani (!), scuole, più tutta quella gente che quotidianamente vi
si reca dall'esterno. Di conseguenza il termine 'industriale' non
comporta necessariamente la presenza di camini, ciminiere e fumi, ma
può prevedere stabilimenti e magazzini senza emissioni.
Ma anche se si fosse in presenza di
industrie inquinanti, il buon senso dell'amministrazione comunale, in
virtù del 'principio di precauzione' eviterebbe di aumentare un
ulteriore stato di punto di criticità dei fumi ed il conseguente
sforamento di esso.
In
secondo luogo, trattasi di un progetto imprenditoriale di carattere
economico-commerciale di privati tra privati (Società Agricola
Olearia Archinà srl, Gains srl, Power Oil Sytstem srl, Parc04 srl)
presentato ad un Ente pubblico (la Provincia di Roma) che a sua volta
lo ha presentato al Comune (Albano Laziale) nel quale risiede la
proprietà privata degli impresari proponenti.
Va
da sé che un'Amministrazione Comunale, secondo quanto previsto dalla
normale procedura della legislazione vigente (sostenibilità
ambientale, certificati antimafia, valutazione epidemiologica delle
Asl di competenza, ecc.) ha il diritto-dovere di accertarsi sui
contenuti degli obiettivi economico-commerciali di terzi che
vorrebbero operare sul territorio, con le relative ricadute
economico-commerciali, sanitarie e ambientali.
In
terzo luogo, come si legge nella Determinazione dirigenziale, già da
novembre 2011 c'è stato un fitto carteggio tra Enti proponenti
l'impianto e la Giunta Comunale, con tanto di Conferenza dei Servizi
finale tenutasi il 22 maggio 2012 a Roma, nella quale, come si legge
dal verbale, l'Ufficio
Ambiente e l'Ufficio Tecnico del Comune di Albano Laziale hanno
rilasciato parere favorevole dal punto di vista ambientale,
urbanistico e edilizio, e
“trascorso il
termine stabilito per l'adozione della decisione conclusiva,non
hanno comunicato il proprio motivato dissenso alla costruzione
dell'impianto in questione”.
Un
sindaco che qualche mese prima e qualche mese dopo il 4 giugno 2012
declama sul sito web di Albano e sul mensile “AlbanoIn Comune”
tutte le 'grandi iniziative' per la zona di Cancelliera: dalla
riqualificazione dei Fontanili, all'apertura di una nuova farmacia,
al patrocinio per la “1 ^ sagra della Bruschetta”, fino al
progetto di costruzione del nuovo cimitero (!).
Ricordo
ancora la copertina del mensile 'Albano In Comune' del numero di
dicembre, sulla quale campeggiava un grande albero di Natale con
appesi i soliti progetti promessi anche in campagna elettorale, con
tanto di auguri e firma del sindaco Marini a tutta la
cittadinanza.(e nessuno si sarebbe immaginato il 'regalo' del
bruciatore di olio esausto..)
Ricordo
anche la copertina di 'Albano In Comune' del mese di luglio, sulla
quale lo stesso sindaco ritornava ad augurarci buone vacanze, con i
soliti messaggi di speranza per un futuro tutto da riprenderci (con
un bruciatore di olio esausto ...).
Il tutto nascondendoci
appunto la prospettiva di questo nuovo Ecomostro, e il tutto alla
faccia di quanto approvato in consiglio comunale e cioè dell'ultimo
'gioiello' amministrativo di Albano, il cosiddetto”Regolamento
di partecipazione” di cui Marini ha declamato l'importanza
fondamentale in quanto “finalmente rende concreta e reale la
partecipazione dei cittadini nel processo amministrativo, nella
direzione della trasparenza e della condivisione” e che
invitando i cittadini a conservarne copia “...perchè un domani
abbiate lo strumento adeguato per essere parte attiva della
vita democratica”.
(elena.taglieri@gmail.com)
(questo articolo è stato pubblicato sul numero di Novembre 2012 de "IL CORRIERE TUSCOLANO")
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