Settemila
secondo la questura, ma almeno diecimila e forse più sono stati i
partecipanti al grande corteo di sabato 21 settembre a Roma, con
partenza da Piazza della Repubblica fino a Piazza S.S. Apostoli, in
un percorso che si è snodato in maniera variopinta e felicemente
'chiassosa' (a suon di fischietti, trombette, simpatici slogan e
balli carioca).
Una manifestazione”Contro tutte le devastazioni
ambientali”, che ha visto scendere in campo tante realtà locali
(Coordinamento contro
l'Inceneritore di Albano, Comitato di Difesa del Territorio Castelli
Romani-Monti Prenestini, Rete per la Tutela della Valle del Sacco,
Comitato Rfiuti Zero Fiumicino, Italia Nostra, Comitato Risanamento
Ambientale Guidonia, Assemblea contro la cementificazione Marino,
Assemblea Valle Galeria e Cerveteri, Csoa La strada, No Bretella
Corridoio Roma- Latina),
ma in testa soprattutto il neo-Presidio
No Discarica al Divino Amore
, quello che dal 30 luglio è in postazione fissa davanti alla
discarica di rifiuti speciali gestita dalla soc. ECOFER al km.15,300
della via Ardeatina.
Una discarica nella quale, secondo le
disposizioni di Sottile (“un
prefetto a riposo nominato ad hoc Commissario Straordinario per
l'emergenza i rifiuti”),
si vorrebbe conferire 300 tonnellate di rifiuti romani non appena
verrà chiusa definitivamente, e senza proroga alcuna, la trentennale
mega-discarica capitolina di Malagrotta. I cittadini residenti non ci
stanno. La discarica della Falcognana (dal nome della località in
cui risulta accatastata) lamentano soprattutto un problema di
vicinanza alle loro case, scuole, aziende agricole, con tutte le
conseguenze sanitarie ed ambientali prevedibili (come Campania
docet), in quanto l'emergenza temporanea dei rifiuti di Roma non può
essere risolta con soluzioni provvisorie, quasi sicuramente forse
sulla carta, come in questo frangente.
Come dire, una popolazione che ha 'qualche
santo in paradiso' evidentemente non troppo disinteressato. Ma per
fortuna sono anche molti gli abitanti che hanno voglia di portare
avanti una battaglia senza ingerenze di partito, così primo fra
tutti il rappresentante del Coordinamento
No Discarica Alessandro
Lepidini, che pure essendo Consigliere PD del IX Municipio nonché
Presidente della Commissione Ambiente, ha abbracciato la
mobilitazione in primis come cittadino. Il problema fondamentale,
dunque, rimane la decisione delle 'alte sfere governative' (Governo,
Regione, Comune) di decidere sulla pelle dei cittadini, senza
calibrare l'impatto che un simile progetto avrebbe ed avrà su un
territorio già compromesso da industrializzazione a forte carico di
nocività, come ad esempio la vicina discarica di
Roncigliano-Cecchina, gli stabilimenti della Procter&Gamble,
della Johnson &Johnson, le vicine centrali elettriche alimentate
ad olio vegetale di Pomezia ed Ardea, la mega-discarica di amianto a
Valle Caia-Solfarata, tanto per citarne alcune.
Anche per la stessa
discarica della ECOFER, che tratta 'rifiuti speciali pericolosi' come
il car-fluff (derivato
dal disfacimento delle vetture auto) ci fu a suo tempo nel 2003
un'autorizzazione 'a sorpresa', sempre in barba alla cittadinanza.
Anche all'epoca si vennero a creare proteste, ma si rassicurò che il
sito (un ex-cava di pozzolana) sarebbe stato provvisorio...Siamo nel
2013 e a tutt'oggi la discarica della Falcognana continua ad
ingoiare, pur con dovuti accorgimenti e precauzioni, nonostante sia
ultimamente finita nel mirino di accertamenti, ma pare solo di ordine
fiscale. Eppure secondo il recente Decreto Bondi del 2010, questa
zona dell'Agro Romano è 'paesaggisticamente vincolata' nel tratto
che va dalla Laurentina alla via Ardeatina. “Quello
che è avvenuto negli ultimi giorni-
secondo quanto affermato da Alessandro Lepidini a Piazza SS.Apostoli,
-” è un problema serio,
per il quale Sottile ha dimostrato la propria incompetenza,
inadeguatezza e superficialità, e continua ad avere la fiducia del
Ministro. La cosa
più grave in termini di incompetenza è avvenuta quando ha detto che
si poteva mettere assieme il car-fluff con il rifiuto solido urbano
trattato. Il
fatto grave è che questa cosa non si può fare. Perchè c'è un
decreto legislativo, il 30.6.2003 di cui all'art. 6, che lo nega.
Non ci fanno sapere niente, tutto è nascosto e c'è assoluta
opacità. Quando abbiamo chiesto dove si tenevano gli incontri non ce
l'hanno detto. Nascondono. Ma non ci sono segreti di Stato sulla
salute della gente. La salute della gente è un diritto e ci vuole la
massima trasparenza. Ma la cosa più grave, che pochi sanno, è che
quando il prefetto
Sottile ha
consegnato la sua relazione tecnica- un documento riservato-in
questa relazione chiede dei poteri straordinari per reprimere la
protesta di Falcognana!
E' scritto nero su bianco: chiede dei poteri extra-ordinem. Questa
cosa è un pericolo per la democrazia!”.
Così, al termine degli interventi in piazza del dopo corteo, il
Comitato No Discarica Divino Amore ha annunciato la nascita di una
nuova 'Primavera' di Roma, in occasione della quale la presente
Assemblea Costituente per l'Ambiente e la Difesa dei Diritti, sorta
da poco, chiederà a stretto giro di giorni le dimissioni del
ministro Orlando, dietro diretta istanza inoltrata al presidente
della Repubblica e del Consiglio.
E
intanto un dubbio sorge spontaneo e sospetto. Se, come già
annunciato dalle cariche amministrative, le 1200 tonnellate di
rifiuti urbani capitolini prenderanno la destinazione del Nord
d'Italia (opposizione dei cittadini locali permettendo), se gran
parte degli stessi sono già regolarmente spediti in Abruzzo e in
parte nella discarica di Roncigliano-Cecchina, che senso avrebbero
quindi le 300 tonnellate nella discarica di Falcognana? Ma
soprattutto: c'è veramente la volontà di risolvere il problema con
una sana differenziata, col riciclo delle materie prime,o invece si
vuole continuare ad evacuare il marcio altrove ed ingrassare i
profitti di pochi? Evidentemente non frena neppure il progetto colata
edilizia prevista dai vari palazzinari del tipo Caltagirone
Parsitalia nel vicinissimo quadrante S.Maria delle Mole-Gotto D'Oro,
quantomai allertati di dover costruire accanto ad una comunque futura
Malagrotta-bis. O forse ragionano tutti come il ministro della
salute, per il quale gli abitanti di Taranto sia ammalano per le
troppe sigarette e non per la vicinanza dell' ILVA (stesso discorso
fatto nei confronti dei cittadini campani vicini alle discariche). E
non c'è limite a certe abnormi assurdità, come l'idea del sindaco
(ma prima di tutto medico) Marino, per il quale una volta chiusa
Malagrotta, tutta la
discarica sarà trasformata in un enorme parco con 100mila alberi!.
Dimenticandosi che attorno continuerà a funzionare l'inceneritore di
rifiuti ospedalieri, quello attualmente spento di Manlio Cerroni, la
centrale elettrica a biogas, eppoi la grande raffineria.
Dimenticandosi che, conti alla mano, per tappare i miasmi della
discarica di Malagrotta servirà un 'capping' di temporanea copertura
per la stabilizzazione dei rifiuti e del biogas per almeno dieci anni
ed uno successivo pesante di assestamento definitivo per altrettanti
(minimo) dieci anni.
(elena.taglieri@gmail.com)
- VIDEO del Corteo 21 settembre 2013 a ROMA
(oppure clicca direttamente sull'immagine)
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