(P.zza della Corte ad Ariccia. Corteo NO-INC del 2 maggio) |
Sabato 2 maggio si è tornati nelle strade di Albano Laziale e fino a piazza
della Corte Corte ad Ariccia a manifestare per la diciassettesima
volta contro uno spettro che da 7 anni aleggia sul destino dei
Castelli Romani, il Litorale e non solo, ma soprattutto in località
Roncigliano di Albano: il famigerato inceneritore del CO.E.MA
(Consorzio Ecologico Massimetta targato Manlio Cerroni), che forse
potrebbe ritornare più attuale che mai, proprio a causa di un A.I.A.
(Autorizzazione di Impatto Ambientale) appoggiata fortemente nel 2009
dall'allora ministro Scajola per soddisfare gli appetiti economici
del “re della monnezza” (e dei suoi compari ultimamente indagati
ed arrestati), utilizzando fondi pubblici (stiamo parlando di ben 500
milioni di euro elargiti ad un privato). E la data dell' 8 maggio
2015 sarà decisiva in quanto proprio in questo giorno il TAR del
Lazio si pronuncerà in merito al ricorso che Cerroni presentò, per
non aver ottenuto questi finanziamenti grazie all'operato ed alle
prove documentali presentate dal 'Coordinamento
NO-INC',
che hanno contribuito a smascherare gli altarini degli illeciti
amministrativi e penali.
Una
ghiotta opportunità economica per Cerroni che vorrebbe assolutamente
imporre col progetto del “più grande inceneritore d'Europa”,
oltretutto basato su un prototipo fallimentare in Giappone e gemello
a quello di Malagrotta, che in territorio castellano si vorrebbe tra
l'altro 'sperimentare'.
Per
ottenere i fondi il CO.E.MA ha
voluto falsamente far credere che il cantiere fosse già iniziato,
mentre a tutt'oggi, per fortuna, nulla è stato costruito, neppure le
fondamenta. Lo testimoniano anche le foto eseguite dal 'Coordinamento
No Inceneritore di Albano'
mediante aerei da diporto e recentemente utilizzando anche la
sofisticata tecnologia dei 'droni'
(velivoli miniaturizzati telecomandati) fatti sorvolare sulla
discarica di Roncigliano.
E
riguardo quest'ultima, secondo voci ufficiose e di corridoio, si apre
una altro inquietante scenario: la necessità di costruirvi un' ottava
'buca', in quanto per una situazione paradossale ed inverosimile il
7° invaso, un vero e proprio abuso edilizio che è stato garantito
fino al 2020 per la sua capacità di contenimento (evidentemente solo
sulla carta) è già pieno, così come risulta dai rilevamenti
fotografici dai quali si evince come manchino solo 4 metri di margine
alla sua completa saturazione. A suon di proroghe e deroghe, che nel
Belpaese la fanno da padrone , si potrebbe arrivare a qualche anno,
ma poi si dovrebbe chiudere anche questo invaso.
Si
sa per certo che il sito previsto per l'inceneritore è un terreno
della famiglia Cingolani e Galassini di Marino, già comprati a suo
tempo da Manlio Cerroni.
Si
ipotizza, invece, che i fondi pubblici potrebbero essere invece
dirottati a Malagrotta, nel cui sito è già presente e costruita una
linea di inceneritore, rimasta però spenta e ferma da circa 3 anni
per motivi legati a presunti guasti tecnici (di per sé già segno di
pericolosità).
Presidio NO-INC (10-11-12aprile 2015) a Villaggio Ardeatino |
Dunque,
la prospettiva di un 8° invaso rimarrebbe quanto mai realizzabile.
Ma
poi che
senso avrebbe, dal momento che il Comune di Albano Laziale ha già
iniziato da alcuni mesi la raccolta differenziata condominiale, così
come presente da tempo in altri comuni del bacino castellano
che conferiscono in Roncigliano ,come ad esempio Ariccia, Genzano?
Difatti
se materie come plastica, carte, vetro, metalli seguono in questo
modo la filiera del riciclo e del riuso, così come il cosiddetto
'umido' da trasformarsi in compost (secondo il tanto propagandato
slogan comunale 'ComposTiamo'),
allora che senso avrebbe un' ottava buca, ma soprattutto ci si chiede
come mai il 7° invaso sia già in fase di esaurimento. Ci si chiede
anche come mai la 'puzza' continua, ricordando che l'effetto
odorigeno nauseabondo è solo l'aspetto palpabile di una nube
tossica a tutti gli effetti, che sta creando da anni un'emergenza
sanitaria oltre ogni misura.
La
risposta viene proprio dai codici CER delle sostanze che possono
essere conferite in questa discarica, in particolare il 7° invaso,
dietro autorizzazione AIA 2009 della Regione Lazio. Si tratta di
sostanze che non necessitano di ulteriori trattamenti, per una
discarica definita 'per rifiuti non pericolosi', tra cui: fanghi
prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane; vernici,
inchiostri, resine, detergenti (diversi da alcune tipologie
descritte); medicinali citotossici e citostatici; rifiuti prodotti
dalla pulizia di camini e ciminiere; fanghi delle fosse settiche;
fanghi della pulizia delle fognature.
La
risposta a tutto ciò viene anche dalla triste realtà che vede
ancora i rifiuti dei comuni di Roma, Monterotondo, Civitavecchia
(tanto
per citare alcuni) quotidianamente sversati nella discarica di
Roncigliano, nel quale è presente l'impianto di TMB.
Ecco
quindi anche spiegate le violazioni alle prescrizioni in termini di
170 sforamenti nelle falde acquifere per sostanze inquinanti,
percolato e quant'altro rilevato sia dall'A.R.P.A., sempre a seguito
della mobilitazione legale del 'Coordinamento NO-INC', sia dalla
relazione tecnica dal chimico prof. Aldo Garofalo redatta nel
febbraio 2015.
Simili
violazioni costituiscono un'autentica diffida e nell'ambito di una
revisione dell' A.I.A. esigono
che la chiusura della discarica diventi un atto dovuto e definitivo,
nonostante il lungo silenzio e immobilismo delle amministrazioni
locali, che anzi incentivano l'edilizia e l'attività immobiliare nei
comuni circostanti la discarica, in modo incompatibile con la grave
situazione di inquinamento aereo ed acquifero.
(ingresso del Presidio del Coord. NO-INC al Villaggio Ardeatino, vicino alla discarica di Roncigliano) |
E
non solo: nel comune di Albano, quello che riceve i rifiuti altrui, i
cittadini pagano una tariffa più alta degli altri, che tra l'altro,
con il sistema della raccolta differenziata, dovrebbe addirittura
diminuire, poiché i rifiuti riciclabili sono definiti 'materie
prime-seconde' (per i quali il cittadino ha già assolto il
cosiddetto contribuito Conai quando acquista gli oggetti di cui sono
costituiti).
E
quindi basta 'buche', perché la discarica di Albano Laziale non è
un campo da golf!
(elena.taglieri@gmail.com)
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