L'hanno
già inaugurato varie personalità del mondo politico (il Governatore
Zingaretti, il sindaco Marino, il Presidente del Consiglio Regionale
Leodori) e adesso, dopo un'eccezionale campagna mediatica
anticipatoria, si aspetta per il 24 luglio l'ondata di visitatori per
quello che viene considerato ed auspicato “volano
per rilanciare l'economia del territorio capitolino”:
Cinecittà
World,
sontuoso parco a temi che, oltre a promettere emozioni adrenaliniche
per rispolverare e far conoscere alle nuove generazione i fasti del
nostro passato cinematografico, afferma di garantire un futuro di
almeno 2000 posti di lavori nell'indotto.
Un'area
di di così vasta estensione per un progetto hollywoodiano spalmato
nell'ecosistema dell'Agro Romano suscita non poche perplessità se si
considera che quest'ultimo risulta già abbastanza gravato da
criticità dovute alla cementificazione in continuo incremento,
almeno per ricordarci che non siamo nelle praterie dell'immensa
America, ma in uno stretto stivale ed il sito in questione non è
lontano da poli industriali e dalla stessa via Pontina.
Come
si legge nel progetto presentato da Cinecittà Parchi Spa, Società
Sofim Srl, Società Edilparco Spa e Società Cinecittà Village Spa,
che ottenuto parere favorevole dalla stessa Regione Lazio in quanto a
V.I.A. (valutazione di Impatto Ambientale) in data 23 dicembre 2011
con prot. n.546559, “il
nuovo progetto produrrà potenziali aumenti degli inquinanti CO, CO2
e PM10.(..) dovute al sostenuto traffico veicolare esistente lungo
l'infrastruttura “
sulla S.S. 148 Pontina (con flussi di traffico di circa 6.570
autoveicoli nell'ora di punta, in direzioni opposte Roma-Pomezia).
Delicata
appare anche la questione relativa all'assetto idrogeologico del
suolo “caratterizzato
dalla presenza di un'unica falda acquifera posta alla profondità
media di 43 m dal piano campagna, dalla quale attingono i pozzi
presenti nell'agglomerato industriale”,
falda che “presenta
scarsa produttività, alimentata dalla zona dell'apparato vulcanico
dei Colli Albani”. Su
quest'ultimo bacino va ricordato il recente abbassamento di falda e
la consistente presenza di arsenico, che negli ultimi mesi ha subìto
un'impennata considerevole.
Ciò
che comunque desta non poche perplessità riguarda il punto che
prevede di “migliorare
le prestazioni energetiche degli edifici e di contenere i consumi
energetici dell'intervento in oggetto, nonché di promuovere
l'utilizzo delle fonti rinnovabili”
per cui il progetto “dovrà
essere redatto e realizzato nel rispetto degli obiettivi di qualità
individuati dalla Legge Regionale n.6/2008 relativa all'architettura
sostenibile e alla bioedilizia”. Il
che, secondo quanto riportato da ECOGENA Spa (costola di ACEA)
comporta
che l'intera struttura verrà alimentata da un
impianto elettrico di trigenerazione ibrida di 1600 kWe,
dove per 'trigenerazione ibrida', secondo quanto recita il 'PIANO
DI AZIONE PER L’ENERGIA SOSTENIBILE DELLA CITTÀ DI ROMA
(Sustainable Energy Action Plan SEAP), ci
riferisce a
centrali elettriche alimentate da gas metano e biomassa liquida:
“centrali ibride:
tale termine indica che almeno il 50% dell'energia prodotta
deriva da fonti rinnovabili. Più in dettaglio, alcuni gruppi di
cogenerazione saranno alimentati ad olio
vegetale grezzo,
un caso particolare di biomassa”.
E
se da una parte con la tecnologia delle 'smart grid' si vorrebbe
eliminare la presenza di C02, sappiamo di certo che il metano in
realtà è la prima e maggiore causa dell''effetto serra in
atmosfera, mentre la combustione di olio vegetale sprigiona ossido di
zolfo, ossido di azoto, particolati ed altre sostanze non certo
innocue.
A
tutto questo scenario poco sostenibile va aggiunto quello che ormai
risulta un problema annoso e mai risolto per Roma: quello dei
rifiuti.
Si prevede infatti che ogni aumento
dell'offerta turistica e commerciale abbia come inevitabile
conseguenza maggior consumo e produzione di rifiuti ed allo stato
attuale, finché la questione non verrà definitivamente risolta in
modo intelligente c'è solo la prospettiva di alimentare
ulteriormente discariche ed inceneritori.
Il vero senso della sostenibilità
ambientale è nel capire il reale impatto ambientale ad immediato e a
lungo termine sul territorio, ma spesso e purtroppo molte ambiziose
iniziative economiche, talvolta faraoniche, tralasciano questo
importante aspetto.
(elena.taglieri@gmail.com)
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